Morto il cucciolo “buttato” a Stacchini, era ferito troppo gravemente

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#NLCronaca #Tivoli – Non ce l’ha fatta il cucciolo “buttato” a Stacchini giovedì scorso. Troppe le ferite riportate dal piccolo Maremmano, subito accudito dai volontari e portato presso La Fattoria di Tobia a Palestrina (Leggi la notizia). La bestiola, stando a quanto riscontrati dai veterinari, era in condizioni disperate, con diverse lesioni interne oltre ad essere pieno di parassiti.
Le sue condizioni erano sembrate gravi sin dal suo ritrovamento ma i volontari hanno comunque tentato di salvarlo. Purtroppo i veterinari hanno dovuto sopprimerlo, le ferite che aveva riportato lasciano pensare che possa essere stato investito da un’automobile.

Questa triste storia è avvenuta, per uno strano scherzo del destino, proprio a cavallo dell’anniversario dello sgombero di Stacchini. Dove c’erano le baracche, occupate da oltre duecento persone, sono rimasti decini di animali tra gatti e cani. Se i primi sono stati per lo più presi dai volontari, e dati quasi tutti in adozione, molti dei secondi sono ancora nell’area dell’ex polverificio. Proprio per queste bestiole è stato scritto un nuovo appello da due delle volontarie (Roberta Piacentini e Daniela Lo Magno) che, insieme ad un piccolo “manipolo” di amanti degli animali, li accudiscono da un anno.

LA LETTERA APERTA

Un anno dallo sgombero del campo rom di Stacchini, un anno di speranze vane per gli animali abbandonati, soprattutto per i cani, che ancora oggi continuano a nascere in una catena di dolore senza fine. Nascono nell’indifferenza, nel degrado del nulla, elemosinando cibo, fuggendo l’uomo, eppure i canili sono sempre pieni, che senso ha far nascere ancora randagi? E’ una domanda che ci poniamo ogni giorno quando facciamo i conti con la realtà, essere sole davanti a un problema immenso: il randagismo non voluto arginare. Spendiamo troppo già per mantenere gli sventurati reclusi nei canili, questo dovrebbe far comprendere che è arrivato il momento di fare qualcosa di diverso, ma invece no tutto è immobile, tutto è silenzio, il problema è solo nostro che dobbiamo inventarci qualcosa ogni giorno per non far diminuire il cibo per loro, con l’ansia che prima o poi quando i cani saranno ancora di più non riusciremo più a sfamarli. Allora cosa accadrà di loro? Allora sarà un problema quando arriveranno lungo la tiburtina a cercare cibo. Va bene ok non si possono lasciare sul territorio sterilizzati, perché nessuno intende prendersi la responsabilità di tale atto, ma è logico allora lasciarli ancora sul territorio interi e che si riproducono? Ogni cane di media fa da 6-8 cuccioli, quando si penserà di agire? Aspettiamo altre nascite? non c’è solo il problema Stacchini, ci sono i cani delle cave, e anche loro si stanno riproducendo, i cittadini, i volontari hanno contenuto la falla di una diga con un dito in questi anni ma ora è il momento che le Istituzioni affrontino il problema sul serio, si è scelto erroneamente nel 2000 di chiudere il canile pubblico, e si è optato per i canili privati, canili sempre pieni di clienti, e con le entrate sempre costanti, perché se non c’è controllo, se non c’è prevenzione
i cani fuori continuano a nascere. 
Un anno perso, un anno in cui avremmo potuto contenere il fenomeno, non è stato così purtroppo, Stacchini e le cave non possono essere un problema dei singoli, occorre che la politica agisca, non abbiamo più tempo. BASTA RANDAGISMO. BASTA CANILI SATURI.

 

Il cucciolo di Maremmano “buttato” a Stacchini la scorsa settimana

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