4,4 milioni i lavoratori che riprenderanno le attività dal 4 maggio

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“Sono 4,4 milioni i lavoratori che riprenderanno le attività da lunedi 4 maggio”, ed ecco il loro identikit: “Sono dipendenti, over 50 e maggiormente nel Nord Italia. Mentre saranno 2,7 milioni quelli che continueranno a rimanere a casa in attesa di successive misure governative”.

A lanciare questo focus, presentato in una nota stampa, è la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, a partire dai microdati delle Forze Lavoro Istat, intitolata ‘Ritorno al lavoro per 4,4 milioni di italiani’.

Uno tra i dati più interessanti è che “la ripresa interesserà maggiormente il Nord Italia, proprio l’area del Paese più esposta al contagio Covid-19.  I lavoratori coinvolti saranno quelli dell’industria, dove l’attività potrà ritornare a pieno regime (100% dei settori riaperti): su 100 lavoratori che rientreranno al lavoro il 60,7% lavora nel settore manifatturiero; il 15,1% nelle costruzioni; il 12,7% nel commercio e l’11,4% in altre attività di servizio” e quindi “principalmente occupazione maschile più presente in tale comparto. Saranno, infatti- ecco il dato di genere significativo- 3,3 milioni gli uomini che torneranno al lavoro (il 74,8% del totale), mentre solo 1,1 mln le donne (25,2%). In generale, saranno soprattutto lavoratori dipendenti (3,5 mln, pari al 79,4% di chi riprenderà a lavorare) mentre gli autonomi (il restante 20,6%) dovranno ancora aspettare: solo il 49% di quanti sono stati interessati dai provvedimenti di sospensione potrà riaprire già dal 4 maggio”.

Ed ecco i numeri:

“Su 100 occupati in settori sospesi, a rientrare saranno il 68,7% dei 50-59enni; il 67,1% dei 40-49enni; il 59% dei 30-39enni e il 48,8% degli under 30. Alta anche la percentuale degli over 60 (pari al 60,1% di quanti sono rimasti a casa per effetto del blocco delle attività) e la ripresa si concentrerà proprio nelle aree più interessate dal virus: a fronte di 2,8 mln di lavoratori al Nord Italia, saranno 812 mila al Centro e 822 mila al Sud gli occupati che rientreranno al lavoro.

Tra le regioni interessate: Emilia-Romagna, Piemonte, Veneto, Marche e Lombardia, dove il tasso di rientro oscilla intorno al 69%; di contro in Val d’Aosta (49,3%), Lazio (46,7%), Sicilia (43,4%), Calabria (42,5%) e Sardegna (39,2%), la ripresa interesserà meno di un lavoratore su due tra quelli sospesi. La riapertura dei settori non comporterà necessariamente la presenza in sede dei lavoratori, ma seguendo le indicazioni ribadite negli stessi ultimi provvedimenti governativi, dovrà essere promosso il più possibile il lavoro agile”. Ma anche qui una sorpresa: “solo nel 36,6% dei casi i lavoratori chiamati a riprendere le proprie attività potranno farlo in smart working; mentre la maggior parte (63,4%), per le caratteristiche del proprio lavoro, non potrà che farlo in sede”.