Costumi, make-up e acconciature, ironia, teatro e musica ma anche dibattiti, convegni e attivismo socio-culturale in un unico esplosivo contenitore che si chiama Drag Me Up – Queer Art Festival. Un appuntamento diffuso tra club e teatri della Capitale che prende il via il 25 novembre per proseguire fino al 13 dicembre. Un progetto, alla sua seconda edizione, promosso da Roma Culture e vincitore dell’Avviso Pubblico Contemporaneamente Roma 2020-2021-2022 curato dal Dipartimento Attività Culturali e realizzato in collaborazione con Siae.
Nato da un’idea di Ondadurto Teatro, che ne cura la Direzione Artistica con la collaborazione delle Drag Queen HoliDolores e del duo Karma B, Drag Me Up – Queer Art Festival si impone sulla scena come una piattaforma artistica che affronta tematiche di genere attraverso i codici della “subcultura” Drag. Tutti gli appuntamenti accendono i riflettori sul tema #nostereotypes: stereotipi di genere e rappresentazione nei media.
Il calcio non è uno sport da femmine; i ballerini sono tutti gay; guidi come una donna; il rosa è un colore da femmine; i gay sono tutti sensibili; devi essere forte: sei un uomo; tutte le trans sono prostitute: una ricerca dell’Istat datata 25 novembre 2019 dimostra come gli stereotipi di genere in Italia siano ancora caratterizzanti della vita quotidiana e come le relazioni interpersonali ne siano influenzate.
La campagna sociale legata alla edizione numero due di Drag Me Up Festival lancerà proprio il 25 novembre un cortometraggio attraverso il quale mettere al centro dell’opinione pubblica la rappresentazione della comunità Lgbtiq+ nei media. Un video, il cui primo minuto è online in anteprima sul profilo Instagram del Festival, che evidenzia alcuni degli effetti profondamente negativi che una rappresentazione inesistente, quando non perfino dannosa, può recare alle persone Lgbtiq+. Ogni attività messa in campo dagli organizzatori di Drag Me Up ha perciò il compito di creare visioni differenti, divergenti, per dare vita a un nuovo sguardo, nuovi punti di vista per influenzare e creare una società che superi le visioni sul gender e lo stereotipo di genere.