#EleTivoli: 3 domande a Massimiliano Iannilli
Quali sono gli elementi che contraddistinguono il suo programma?
1. Il programma identifica quel che siamo e che proponiamo alla città e diventa il metro primario e trasparente sul quale dialogare con i cittadini. I programmi sono tutti uguali se sono elenchi di problematiche. Un programma serio contiene originalità e forza nelle soluzioni, nelle priorità con le quali si misura, con la capacità di utilizzare la leva della finanza locale. Il nostro programma riflette una visione di città partecipata, operosa e solidale. E’ un programma che si nutre della vita e delle speranze delle persone e che indica e intende raggiungere obiettivi con le persone e per le persone. Proprio perché ci candidiamo al governo delle cose di tutti, dobbiamo partire dal risanamento del bilancio, oggi sull’orlo del dissesto e con gravi dubbi sulla sua reale consistenza. Il primo passo è dire la verità ai tiburtini su come stiamo messi. Poi certo dobbiamo liberare risorse per la coesione sociale, privilegiando servizi alle persone e alle famiglie, la garanzia di diritti e opportunità per i tanti che oggi non ce la fanno; dobbiamo ricalibrare le politiche di bilancio per tutelare e creare lavoro, attraverso riduzioni di oneri ed incentivazioni agli operatori che investono ed assumono; dobbiamo riportare Tivoli in Europa.
In caso di vittoria quali saranno i primi provvedimenti amministrativi?
2.Partirò da un atto amministrativo non tradizionale: aprire porte e finestre del Comune ai cittadini perché un’istituzione locale vuole e deve essere amica anzitutto della sua comunità. Allora occorre consentire forme di dialogo e di confronto; realizzare un sistema accessibile di dati, informazioni e documenti; rilasciare on line il più possibile certificati e autorizzazioni; diffondere conoscenza in tempo reale delle decisioni degli organi comunali, per recepire critiche e suggerimenti. La prima cosa da Sindaco è disporre la verifica di cassa e acquisire entro i 30 giorni la piena conoscenza della situazione finanziaria. Di seguito: istituire un assessorato al Terzo Settore, per coordinare il benvenuto protagonismo di associazioni, comitati, volontari senza il cui contributo la nostra città sarebbe stata già spenta; attrezzare un ufficio comunale interdisciplinare per progetti di utilizzo dei fondi Europei; puntare ad un immediato contenimento delle indennità agli amministratori e dei costi d’apparato; dare la precedenza ad un insieme di interventi di manutenzione di strade ed aree verdi, oggi simbolo del degrado urbano; istituire una Fondazione di Comunità per valorizzare il capitale umano del territorio, facendo crescere una rete di sinergie tra sistema educativo, produzione culturale e turistica (Scuola, Cultura ed economia a braccetto), sistema ambientale, offerte tipiche e capacità consolidate delle popolazioni locali; incoraggiare le eccellenze artigianali, distributive e professionali e censire aree e terreni disponibili, ma abbandonati, per affidarli in uso a chi presenti piani di ottimizzazione; proporre un patto operativo all’impresa edilizia, in particolare a quella interessata a grandi insediamenti privati, oggi in collisione con l’identità artistica e universale di Tivoli, per procedere in tempi certi a localizzazioni alternative ed estendere a tutti invece la facoltà d’impegnarsi nella rigenerazione del patrimonio pubblico e privato, con programmi di riqualificazione, recupero e ristrutturazione, completamento, finalizzati all’affermazione del risparmio energetico e dell’innovazione tecnologica.
Municipalizzate e Terme, quali le proposte?
3. Tivoli ha bisogno di discontinuità nella direzione e di radicalità nelle scelte in molti campi. C’è sicuramente bisogno di prendersi delle responsabilità straordinarie sulle Municipalizzate e sulle Terme. Per le Società partecipate va attuato un cambio netto nella missione e nell’organizzazione. Oggi esse sembrano aver fatto passi indietro rispetto alla finalità originaria: la soddisfazione dei cittadini-utenti. L’ASA si segnala all’opinione pubblica per negatività quali pratiche clientelari, alte tariffe senza corrispondere prestazioni adeguate, sforamento delle previsioni di bilancio, incertezza nella tenuta dell’occupazione, incapacità di assicurare livelli minimi di decoro. Quanto all’Asa, io sono intanto per ribadire la natura pubblica delle società, per aprirne la partecipazione ad altri Enti locali ampliando così il bacino di attività, per costruire l’intera filiera della raccolta, dello smaltimento e del riciclo dei rifiuti. Sulle Terme tre idee veloci, che discendono dalla sottolineatura dell’interesse pubblico dell’acqua: azzerare i piani di edificazione ad uso residenziale privato a Piazza Catullo (le Terme non hanno finalità immobiliari), fare un bando per privatizzare in forma unitaria l’intero pacchetto azionario; estendere la possibilità di fruire della subconcessione mineraria, mettendo ordine e creando reddito, ribadendo il valore sociale delle nostre acque termali.

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