Dal 21 marzo 2013 al 26 giugno 2023: il cerchio è chiuso. Il primo giorno della primavera di dieci anni fa, in una riunione presso la Sala Giunta del comune di Guidonia Montecelio, l’assessore allo Sport Ernelio Cipriani dichiarò l’obiettivo dell’allora amministrazione comunale guidata dal sindaco Eligio Rubeis: portare a bando per la gestione i tre impianti sportivi.
Nessun problema venne rivelato per il “Ferraris” di Villanova ed il “Fiorentini” di Montecelio che sono ancora gestiti dalle società che vinsero quel bando. Al contrario per il “Comunale” iniziò un periodo nero: la struttura, senza nuovo sintetico, non è mai stata data in gestione. Non si può, infatti, dare in gestione un bene inutilizzabile perché senza omologazione del sintetico (che ha durata decennale, nda) non si possono disputare le gare agonistiche che negli ultimi due anni si sono giocate solo grazie a proroghe concesse dal Comitato Regionale del Lazio. Così chi ha usufruito del campo ha dovuto pagare l’affitto orario e spesso anche un secondo affitto per disputare le gare del fine settimana in un’altra struttura.
Un inutile bagno di sangue, insaporito dalle altre spese di custodia e manutenzione. Finalmente lunedì si è vista la luce in fondo al tunnel con i primi metri di sintetico tolti per lasciare spazio al nuovo da installare. Contemporaneamente partirà l’iter del bando per l’assegnazione in gestione del campo con una parte dedicata ai risultati sportivi della società che si candida e un’altra alla proposta per la riqualificazione di tutto l’impianto perché dalla Regione Lazio sono arrivati 500mila euro (da utilizzare per il nuovo sintetico, nda) ma l’obiettivo dell’amministrazione è quello di mettere mano anche a spogliatoi e tribune per rendere questo stadio un fiore all’occhiello della città e non solo. Inoltre la società che vincerà il bando potrà finalmente programmare con la possibilità di avere entrate, per esempio, in arrivo dal bar, dai centri estivi e dall’affitto dei campi. Insomma, il calcio a Guidonia potrebbe presto decollare. (Danilo D’Amico)
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