Si chiama water grabbing il fenomeno per cui una potenza assume il controllo delle risorse idriche di un territorio sottraendone l’uso alla popolazione locale, mettendone a rischio la sopravvivenza. Questo è quanto sta accadendo da decenni in Palestina, ma l’orrore della guerra può assumere varie forme a seconda della crudeltà dell’obiettivo politico che ne è alla base che in quei territori pare essere la deportazione del popolo palestinese.
Il tema dell’acqua in Palestina è un tema caldo fin dalla nascita dello Stato di Israele, il quale ha mantenuto sempre il controllo delle fonti idriche, ma la situazione attuale è ovviamente diventata ancor più drammatica. Parliamo adesso di un diritto negato e dell’acqua usata come arma. Diventa, quindi, fondamentale sostenere il popolo palestinese assetato e privato barbaramente di un bene essenziale per la vita umana. Nel nostro piccolo come cittadini e persone accomunate da ideali di solidarietà per il prossimo, lotta alle ingiustizie e giustizia sociale, sentiamo la necessità di fare qualcosa di concreto che possa aiutare, alleviare, tamponare la situazione odierna e che abbia anche un respiro progettuale più ampio di sostegno duraturo fino alla ricostruzione.
Non possiamo più fare finta di nulla o girarci dall’altra parte. Per questo abbiamo deciso di aderire alla campagna solidale Acqua per Gaza raccogliendo fondi da donare alla Ong “Un ponte per” che si occupa di solidarietà internazionale dal 1991 e attualmente, con il suo partner palestinese “UAWC”, sta portando acqua a più di 2000 famiglie a Gaza. Il nostro e il vostro contributo può fare la differenza! Abbiamo organizzato un primo incontro di presentazione del progetto, ne parleremo con Alfio Nicotra co-presidente di “Un ponte per”sabato 6 Aprile 2024 alle ore 17,30 presso la Biblioteca Coccanari di Tivoli.
Elisa Squillace