Roma: studenti della Sapienza in presidio contro l’apertura “fantasma”

861

“Non possiamo accettare questa riapertura fantasma, che lascia la maggior parte degli studenti fuori. L’universita’ dovrebbe essere il luogo di formazione dei saperi e non un mero spazio di fruizione di un servizio scadente. Noi vorremmo rientrare, ma l’Universita’ ci sta tenendo fuori”.

Cosi’ Francesco, studente di Fisica a ‘La Sapienza’ di Roma, ha aperto gli interventi oggi pomeriggio al presidio organizzato dai collettivi universitari a piazzale Aldo Moro. Sono un centinaio gli studenti e le studentesse che hanno partecipato alla protesta ‘Ghost University – in piazza contro la riapertura fantasma’ per porre l’attenzione sui numerosi disagi che stanno vivendo. Il megafono passava velocemente di mano in mano, rigorosamente sanificate ogni volta, mentre l’indignazione era palpabile nel tono degli interventi.

“Siamo in piazza per rivendicare la nostra presenza di fronte all’assenza dell’Ateneo nella gestione della riapertura- ha detto Emily, studentessa di Filosofia Moderna di 23 anni- i problemi sono tantissimi sia per le lezioni in presenza che a distanza. La riapertura della mia facolta’ e’ stata posticipata tre volte, i dispositivi per lo streaming non funzionano, in presenza ci sono spesso rallentamenti perche’ i professori devono fara’ lezione sia in presenza che online, entrare nell’Universita e’ complicatissimo.
Oggi si sarebbe dovuta tenere la commissione didattica d’ateneo, che avevamo richiesto per portare le nostre istanze all’amministrazione. È stata rimandata a data da definirsi, dimostrando ancora una volta la poca volonta’ di dialogo con noi studenti e studentesse da parte dell’Ateneo”.

Molti gli studenti e le studentesse che hanno accusato l’amministrazione di avere ignorato le loro rivendicazioni, sostenendo che La Sapienza si sia piu’ preoccupata delle sue entrate economiche che di garantire un effettivo diritto allo studio ai suoi iscritti. In molti si chiedono perche’ dovrebbero continuare a pagare le tasse universitarie in queste condizioni, e promettono battaglia per riconvocare una nuova commissione didattica.
“Sono quasi nove mesi che stiamo subendo questa universita’ telematica, che per moltissimi studenti e’ impossibile seguire- ha detto Andrea, studente di Ingegneria Meccanica di 24 anni- io ad esempio vengo da un paesino del Basso Lazio e per problemi di connessione mi e’ stato impossibile seguire le lezioni. Ora mi ritrovo ad essere fuori corso, non per mia responsabilita’, e dovro’ pagare una sovrattassa del 50%.

Non capisco perche’, a questo punto, continuiamo a pagare le tasse universitarie. Per le risorse del Recovery Fund si parla solo di lavoro, ma non del futuro di questo Paese. Quale e’ il futuro di questo Paese? Come pensiamo di poterlo costruire se non investiamo nell’istruzione e nella ricerca? Cosa fara’ domani la generazione che adesso e’ giovane? Io non vedo un futuro per me, ne’ per i miei compagni di studi”.