Il bacino San Giovanni a Tivoli è pieno di fango mentre a riempirlo dovrebbe essere l’acqua del fiume Aniene che seppur poca, bombe d’acqua a parte, contribuisce alla produzione di energia elettrica muovendo gli alternatori della centrale Enel dell’Acquoria. Energia rinnovabile che evita di spandere in atmosfera quella anidride carbonica che, è ormai certo, danneggia l’atmosfera provocando quei mutamenti climatici le cui conseguenze sono ormai così evidenti. In questi giorni, sui social, lo specchio d’acqua tiburtino è obiettivo di moltissimi post, che prendono di mira i rifiuti che si sono accumulati e creano quella che sembra una grande isola galleggiante a ridosso della paratia lato viale Mazzini. Rifiuti di ogni genere che, trasportati dal fiume, non trovano sbocco e da molto tempo si sono depositati formando probabilmente un deposito non più galleggiante ma stabile e amalgamato nel fango che ormai riempie quasi completamente il bacino.
I cittadini
Quando il livello dell’acqua nello specchio d’acqua scende molto la situazione è sotto gli occhi di tutti, l’acqua scorre solo al centro ed affiora la grande quantità di fango compatto che lo riempie. È percettibile un odore molto sgradevole che raggiunge le abitazioni di via Roma, via Domenico Giuliani, viale Mazzini e a volte viene percepito anche all’interno dell’ospedale. Una situazione ormai intollerabile che i cittadini chiedono a gran voce venga risolta da Enel green power, società che gestisce il bacino, eliminando i sedimenti e l’accumulo di rifiuti in base alle normative vigenti. Gli anziani ricordano la presenza costante di una draga al lavoro nel bacino, ora si parla di sistemi di fluitazione: un sistema che in tempi lunghi dovrebbe smuovere e sciogliere i fanghi sedimentati per farli trascinare via dalla corrente del fiume garantendo comunque il livello di limpidità dell’acqua.
Il Ministero
A questo proposito va ricordato che il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili ha pubblicato, sulla Gazzetta ufficiale del 10 gennaio 2023, il Decreto 12 ottobre 2022 n.5: Regolamento recante criteri per la redazione del progetto di gestione degli invasi di cui all’articolo 114, commi 2, 3 4 del Dlgs 3 aprile 2006, 152. Evidentemente il problema dello smaltimento dei fanghi riguarda moltissimi bacini idrici ed è un problema nazionale che deve essere affrontato anche se di non facile soluzione e costoso. All’articolo 1 del decreto si cita la redazione del Progetto di gestione degli invasi nel rispetto degli obiettivi di qualità ambientale fissati dalla direttiva 2000/60 del Parlamento europeo per il mantenimento o raggiungimento del buono stato ecologico e chimico dei corpi idrici e vengono citate le operazioni di svaso, sfangamento e sghiaiamento. Il decreto impone alle Regioni di adottare entro un anno dalla data di pubblicazione la disciplina conseguente ma nelle more ed in caso le disposizioni regionali non esistano, obbliga a rispettare le norme previste nel decreto.
Le proteste
Le proteste dovrebbero stimolare una risposta dal gestore, i cittadini dovrebbero essere messi a conoscenza delle iniziative di Enel per rimediare ad una situazione che sta arrivando al livello di guardia. Tra l’altro alcuni si pongono una domanda: se il bacino è pieno di sedimenti fangosi e l’acqua è praticamente solo quella corrente, a cosa serve il bacino San Giovanni e quanta energia produce una delle più importanti centrali idroelettriche d’Italia? Cimitero Tivoli: cambio gestione La società Magif di Viterbo sarà la società che gestirà il cimitero comunale. Lo stabilisce una sentenza del Tar a cui la ditta viterbese si era appellata contro la determina dirigenziale del 12 giugno che stabiliva l’aggiudicazione dei servizi funebri per due anni alla ditta Fratelli Abbate con sede a Tivoli.
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