Tivoli: intervista con il sindaco Giuseppe Proietti

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Tivoli incontra i cittadini Giuseppe Proietti
Tivoli incontra i cittadini Giuseppe Proietti

L’emergenza Coronavirus ha riportato d’improvviso in primo piano il ruolo dei Sindaci nella veste di ufficiali di Governo, quali organi titolari del potere di emanare ordinanze contingibili e urgenti al fine di prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica. Spetta a loro non solo il compito di vigilare sul territorio comunale, ma anche quello di intervenire con poteri d’urgenza, nell’ambito delle direttive di coordinamento impartite dal Ministro dell’Interno, ogniqualvolta che sia in pericolo l’incolumità dei cittadini.

Abbiamo intervistato il sindaco di Tivoli Giuseppe Proietti sul periodo di gestione e chiesto il futuro della città-

Quale immagine le è rimasta più impressa in questo periodo molto particolare per tutti?

L’immagine più forte nella mia memoria è quella delle strade vuote; quelle strade e piazze che sono sempre state piene di vita, tavoli, persone, soprattutto di sera, così vuote e silenziose. Una situazione inaspettata e inimmaginata, che ci ha messo davanti a una dura e inevitabile realtà. Operazione buoni spesa, assegnati a diverse famiglie in difficoltà: ma una volta finito il sussidio come potranno essere aiutati questi nuclei familiari?

I buoni spesa sono stati acquistati e assegnati alle famiglie con fondi provenienti dal Governo centrale e dalla Regione Lazio, dovrebbero coprire un fabbisogno di due settimane, calcolato sulla quota media di cento euro a settimana per ciascun componente famigliare e nel complesso, dovrebbero coprire un periodo di un mese e mezzo. Sono state sinora 1.300 le famiglie beneficiarie di questa misura di sostegno nel territorio tiburtino, per un totale di 3.643 persone.

Il plafond a disposizione del Comune di Tivoli per questa misura ammonta a 624mila euro, tra fondi governativi e fondi regionali. Con la ripresa delle attività questo fabbisogno dovrebbe pian piano venir meno. Sicuramente nelle intenzioni del Governo e della Regione l’assegnazione dei fondi dovrebbe coprire un arco temporale limitato alla chiusura dei settori economici e sociali che c’è stata negli ultimi due mesi e mezzo. Queste risorse si vanno ad aggiungere ai beni donati dal banco alimentare e da tantissime associazioni del territorio, che – al di là dei buoni spesa alimentari – hanno aiutato nella raccolta di generi alimentari e beni di prima necessità per coloro che ne avevano bisogno; noi abbiamo integrato con nostri fondi.

La tenuta funzionale e organizzativa dei Comuni, sul piano operativo e, soprattutto, sul piano finanziario, è messa a dura prova dall’emergenza coronavirus. Maggiori oneri, entrate ridotte, personale ridotto ed in lavoro da casa, quale l’impatto sul bilancio e nei servizi al cittadino che stanno manifestando ritardi?

Certamente l’impatto finanziario delle chiusure imposte dall’emergenza c’è e continuerà ancora a farsi sentire. Ci sono stati provvedimenti governativi che hanno fatto slittare in avanti le scadenze di tutte le imposte: Imu, Tari, Imposta di soggiorno, Irpef, tutte le scadenze fiscali sono state spostate in avanti senza aggravio sui contribuenti o more per mancati pagamenti.

Abbiamo così avuto la riprova concreta sulle imposte riscosse concretamente dal Comune. Faccio un esempio con quella quantitativamente più rilevante, la Tari, tassa sui rifiuti solidi: nei primi quattro mesi di quest’anno, alla scadenza della rata del 30 aprile, abbiamo incassato la metà dell’anno scorso, mentre l’erogazione dei servizi c’è stata e quindi il Comune ha continuato a sostenerne le spese: si tratta di circa un milione e mezzo in meno e questo per le casse comunali comporta una difficoltà enorme, perché pur senza entrate il Comune deve comunque mantenere le spese e i servizi devono essere erogati. Per quel che riguarda la Tari, per esempio, vero è che con la chiusura dei locali c’è stato un minor conferimento dei rifiuti e una minore spesa (penso al trasporto della frazione umida nel nostro sito di conferimento), è anche vero, però, che Asa ha dovuto far fronte ad altre incombenze, come quella della sanificazione delle strade. In fin dei conti non si è risparmiato.

Poi vanno erogati gli stipendi, le spese per i mezzi, per il trasporto dei rifiuti e il conferimento ai siti che, se non vedono saldata la fattura a fine mese, non li ricevono più. Il Comune ha fatto fronte a tutto sinora, ma se non si prende in considerazione l’assegnazione nazionale di ulteriori fondi ai Comuni, noi ci troveremo ad affrontare nel giro di pochi mesi delle serie difficoltà. L’esempio della Tari vale per tutti gli altri tributi, ma per questa tassa specifica si eroga un servizio palpabile, quotidiano, che percepiscono tutti: le strade si puliscono e i rifiuti si ritirano. Ad oggi noi siamo stati in grado di garantire tutto.

Quali iniziative intende attuare per agevolare la ripartenza nei settori produttivi: esenzione Cosap, Irap e incentivi vari alle aziende?

Abbiamo sospeso per tutti gli esercizi commerciali rimasti chiusi nel periodo dell’emergenza Covid-19, Tari e Cosap. Per quanto riguarda gli incentivi, sono provvedimenti che possono prendere – ed hanno effettivamente preso – Governo e Regione. Il tessuto produttivo del territorio tiburtino vede ancora il ruolo di realtà industriali e manifatturiere importanti, come la Trelleborg (ex Pirelli), che ha sempre rappresentato il settore produttivo più rilevante storicamente, già tra le due guerre. Lo stabilimento occupa quasi 800 persone direttamente, più l’indotto, ed ha al suo interno un centro di ricerca. Trelleborg non ha mai chiuso, nemmeno un giorno, in quanto lavora a ciclo continuo. Lo stesso si può dire per altre aziende situate lungo la via Maremmana, Tiburtina o a Tivoli Terme: molte aziende non si sono fermate.

Turismo: tutta la ripresa passa da questo comparto. In questi giorni molti operatori e organismi si sono ritrovati intorno ad un tavolo per rilanciare una progettualità. Riconosciamo al Comune la funzione di facilitatore per una strategia di valorizzazione e promozione del territorio: quali sono i passi concreti?

Le chiusure del comparto economico e culturale imposte dall’emergenza sanitaria hanno avuto un impatto devastante sul settore turistico, uno degli assi portanti dell’economia del nostro Paese e della città di Tivoli, mettendo a rischio molte attività e posti di lavoro. La valorizzazione del nostro patrimonio culturale è tra gli obiettivi più rilevanti che ci siamo posti come amministrazione per sostenere economicamente il tessuto sociale del territorio, ma anche per tutelare le bellezze culturali, storiche e artistiche di Tivoli che, per la sua storia millenaria, sono uniche in Italia e nel mondo. I “nostri” siti culturali (Villa d’Este, Villa Gregoriana, Villa Adriana, Santuario di Ercole Vincitore, i musei civici) sono stati chiusi per tutto il periodo dell’emergenza: da metà marzo sino a metà maggio.

La settimana scorsa sono state riaperte Villa d’Este e Villa Adriana, precedentemente aveva riaperto anche Villa Gregoriana. Insomma, la “materia prima” c’è e si sta ravvivando; ma non può farlo da sola. C’è bisogno di una strategia mirata e diversa, in quanto è difficile pensare che arrivino, come gli altri anni, centinaia di migliaia di turisti stranieri. Occorrerà immaginare nuovi modelli di sviluppo che privilegino un turismo del territorio, che non sia legato soltanto ai nostri classici attrattori, ma che scopra tutte le bellezze della città e della valle dell’Aniene.

Con il direttore delle Ville, Andrea Bruciati, si è studiato e improntato un progetto diverso che mira, di qui a fine anno, al turismo cosiddetto di “prossimità”, proveniente da Regione Lazio, città metropolitana di Roma a partire dal 3 giugno, anche da altre regioni. Proprio su proposta del direttore Bruciati, è nato un tavolo di confronto con i principali attori del settore turistico, della ricettività e del commercio, con l’obiettivo d’individuare delle azioni concrete per la ripartenza immediata del settore. Il primo frutto di questo lavoro è stato un protocollo d’intesa tra il Comune di Tivoli e l’lstituto autonomo VaVe, attraverso il quale si vuole attivare una sinergia con le attività commerciali e ricettive della città che, da una parte faccia percepire al visitatore una vera accoglienza e dall’altra rafforzi il legame tra le Ville e gli abitanti del territorio.

L’altro grande obiettivo progettuale, che per quest’anno dovrà essere tenuto in standby, è la valorizzazione culturale in termini di eventi e spettacoli che nel passato quinquennio hanno rappresentato invece una sorta di esplosione della partecipazione turistica non soltanto locale, come festival, mostre, concerti. Per quest’anno si sta cercando di costruire un piccolo progetto ad esempio con proiezioni cinematografiche all’aperto soprattutto nei siti delle Ville e in alcune piazze della parte storica della città. Guardando invece al futuro, dovremo consolidare il modello basato sulla ricettività extra-alberghiera, importante anche per sostenere la riscoperta delle bellezze naturalistiche di cui è ricco il nostro territorio e che rispondono alla crescente domanda di un turismo “lento” ed ecosostenibile. Sul fronte della promozione stiamo, infine, lavorando alla realizzazione di un nuovo portale turistico a servizio delle persone, dando così risalto a tutte le offerte della città.