Tivoli : parliamo di futuro urbanistico con l’architetto Ruggero Martines

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Architetto Ruggero Martines
Architetto Ruggero Martines

Si chiamava Piano regolatore GENERALE ed era lo strumento in base al quale una città pianificava il suo sviluppo urbanistico nel tempo. Uno sviluppo di massima poiché, tra varianti, abusivismo e negli ultimi tempi condoni, lo strumento assumeva una accentuata elasticità. Pochi i controlli e sempre, o quasi, a posteriori. Ora ha cambiato nome, si chiama Piano urbanistico generale comunale ma lo scopo è identico, una città deve progettare la sua eventuale espansione in funzione di quello che vuole essere e diventare. Scomparsa quasi del tutto l’industria, Tivoli è città di siti Unesco, monumenti e notevole centro medievale, è paesaggio di oliveti, acque termali ed ospita una importante riserva naturalistica al confine con una Val d’Aniene ancora integra e da scoprire turisticamente. La sua vocazione appare obbligata verso un turismo di livello medio alto.

Il vecchio Pr fu adottato nel 1969, quando la città aveva ancora industrie e spazi edificabili, quale è lo scopo del nuovo piano?

Secondo delle analisi incrociate con i dati della popolazione scolastica e quelli della produzione di rifiuti, le persone che vivono oggi a Tivoli dovrebbero essere intorno alle settantamila. Lo scopo principale è quello di rilanciare l’economia cittadina e principalmente la sua risorsa turistica che è importante non solo per la città ma per l’intera Regione.

Per rilanciare l’economia del turismo non parlo solo delle Ville e dei monumenti del centro storico ma parlo anche del sistema Aniene come luogo di svago, luogo ecologico, sportivo, un corridoio che attraversa il Lazio da Roma a Filettino. Un asse portante che potrebbe diventare il Parco dell’Aniene, già esistente nel territorio di Roma e che si potrebbe estendere a Tivoli e proseguire fino alle sorgenti del fiume.

A Tivoli occorre incrementare la permanenza del turista, almeno a tre o quattro giorni. Occorre inventare sistemi come hanno fatto a Spoleto e Matera, itinerari a piedi che cambino il modo di visitare la città. Occorre fantasia, un panoramico percorso pedonale tra i due siti Unesco già esiste ma immaginiamone un altro in discesa, da Villa Gregoriana a Ponte Lucano, lungo il “Baratro” a valle della Grande Cascata e di fronte alle cascatelle ripristinate. Ipotizziamo poi una navetta che riconduca il turista, stordito dalla bellezza, in albergo transitando nei pressi di Villa d’Este e del Santuario di Ercole vincitore.

Splendido ma attualmente appare un orizzonte lontano

Il precedente Piano regolatore ha già 45 anni di valenza, ipotizziamone per il nuovo, almeno venti-trenta, i tempi cambieranno, l’economia si risolleverà, è indispensabile pensare ed immaginare alto.

Torniamo all’edilizia ed al territorio il cui consumo eccessivo è sotto accusa in tutta Italia

L’ultima realtà locale economico-produttiva è quella delle costruzioni, è da pensare in modo artigianale, in direzione quindi, della ricostruzione urbana. Parliamo, nei quartieri periferici, di demolire e ricostruire in zone che hanno avuto forte carattere di spontaneità e dove si è realizzato, negli anni 1960-70, un prodotto di scarsa qualità.

Zone prive di un centro e quindi senza luoghi di aggregazione sociale qualificata. La piazza, il bar, la chiesa in vista, sono punti focali che fanno parte della struttura sociale. Questo vale per i quartieri periferici ma come ha recentemente detto il Sindaco Proietti, urbanisticamente parlando, anche un quartiere come Villa Braschi può essere definito periferia.

Se non interpreto male, la linea guida per il settore dell’edilizia cittadina e per i professionisti è quella di puntare su demolizione e ricostruzione con premio di cubatura

Evidente, anche perché qui parliamo di edifici con tipologie edilizie di poca qualità ed esteticamente discutibili che si riqualificherebbero. Incentivando con un premio consistente in altezza e diminuendo la superficie occupata, si allargherebbero le strade in alcune delle quali, attualmente, è necessario istituire il senso unico di marcia e vietare la sosta.

Il problema mobilità

Da risolvere. I collegamenti con Roma e tra i quartieri devono essere rivisti del tutto, il raddoppio ferroviario vede un nodo di interscambio a Tivoli Terme e probabilmente una cadenza più frequente dei treni tra Guidonia e Tivoli ma per collegare il centro storico con i quartieri periferici e con il quartiere Braschi occorre un collegamento in sede propria che potrebbe essere un autobus elettrico su gomma e a striscia magnetica, quindi senza necessità di strutture in ferro, quindi molto agile, Oggi un sistema del genere costa intorno ai 2,5 milioni di euro a chilometro ma in una prospettiva di venti-venticinque anni possiamo pensarci benissimo. La mobilità è diritto di tutti e quella collettiva oggi può essere facilmente gestita in modo sostenibile.

Se parliamo di mobilità dobbiamo parlare anche di parcheggi

Si possono trovare spazi, sotto la Panoramica e sotto piazza Garibaldi, scavando e poi ripristinando il paesaggio, si potrebbero realizzare molti posti auto senza incorrere nei veti legittimi delle Soprintendenze, anche il parcheggio Peppino Impastato può vedere l’installazione di un Fast Park multipiano. Esistono soluzioni ecologicamente e paesaggisticamente compatibili che hanno costi ma possono essere realizzati.

Per le cave di travertino?

Alcune sono fuori produzione perché esaurite, cosa farne? Il pericolo da evitare è quello che si sfruttino per smaltire rifiuti. Anche se parliamo di inerti è difficilissimo controllare cosa tra essi potrebbe essere pericolosamente celato e siamo a livello della falda delle acque sulfuree! Proprio perché siamo in presenza di acqua termale a media temperatura, ipotizzerei la creazione di un grande parco acquatico di divertimenti e benessere collegato allo stabilimento termale

Quindi sarà un Piano urbanistico generale comunale …

Il piano in sé non sarà una grande novità, ritengo più paganti un buon senso misurato ed una dose di elasticità piuttosto che invenzioni sperimentali che potrebbero rivelarsi un disastro. Nel periodo di valenza possiamo ipotizzare una città che raggiunga i novantamila abitanti, potrebbero vivere bene nella superfice attualmente già urbanizzata, riqualificata ed attrezzata. Il paesaggio tiburtino resterebbe così, con la sua pregevolezza, a disposizione delle prossime generazioni.

LUNEDI’ 18 DICEMBRE 2017 ASSEMBLEA PUBBLICA per professioni, edilizia ed associazioni presso le Scuderie Estensi in piazza Garibaldi alle ore 17 del giorno 18 dicembre 2017.