Mafia bianca a Guidonia, le indagini. 15 le persone arrestate

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Arresti a Guidonia, maxi retata della Finanza - Operazione Ragnatela
Arresti a Guidonia, maxi retata della Finanza - Operazione Ragnatela

Mafia bianca a Guidonia, le indagini. 15 le persone arrestate. Scoperchiato il “Sistema Guidonia” arrestate 15 persone per “far rinascere – ha detto stamattina il procuratore di Tivoli Francesco Menditto – la speranza in territori invasi da aria irrespirabile”. Le casse del Comune erano diventate un bancomat. Guidonia Montecelio veniva costantemente “munta”. Le persone giuste messe al posto giusto e le persone “inidonee” agli affari della rete allontanate e spostate in continuazione.

La Procura di Tivoli ha messo in campo la metà dei suoi magistrati per chiudere il cerchio su una vera e propria associazione a delinquere che negli anni “ha inquinato profondamente il territorio di Guidonia Montecelio”. Appalti pilotati, mazzette, lavori pagati con i soldi dei contribuenti e mai effettuati. Allertati anche l’Anac e la Prefetto. E dopo due anni di indagini con la Guardia di Finanza stamattina è stata chiusa l’operazione “Ragnatela”, un vero e proprio intervento chirurgico sul malaffare guidoniano. Ciò che ha scosso maggiormente gli inquirenti è stato l’atteggiamento adottato dagli indagati che hanno agito credendo di vivere in un contesto di totale impunibilità, anche dopo il commissariamento del Comune, quando cioè alcuni di loro non avevano più incarichi politici. Si parla infatti di politici, dirigenti, funzionari ed imprenditori, uniti in una ragnatela “appiccicosa” e favoriti nei loro affari da un clima di omertà e terrore.

LE PERSONE COLPITE DA ORDINANZA DI CUSTODIA CAUTELARE IN CARCERE

A finire in carcere sono stati l’ex sindaco facente funzioni e maresciallo della GDF, Andrea Di Palma, Alberto Morelli, ex consigliere comunale di Forza Italia, Rosa Mariani, ex segretaria comunale. A loro si aggiungono i dirigenti Gerardo Argentino, Angelo De Paolis, Gilberto Pucci e i funzionari Michele Maccaroni e Maurizio Rocchi. Tra gli imprenditori Massimo Egidi, Francesco Dei, Antonio Sisti, Stefano Bruno Ruggeri. Altre tre persone sono finite ai domiciliari.

LE ACCUSE

Queste persone a vario titolo devono rispondere di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, al peculato e al falso.

LE INDAGINI

Partite nel 2013 ed entrate nel vivo nel 2015. Due anni di indagini, molto complesse, complicate anche dalla “bravura” degli indagati che ogni volta utilizzavano ogni accortezza possibile per evitare di essere scoperti. Ma ancora più bravi sono stati gli agenti delle Fiamme Gialle che, anche grazie a sistemi sofisticatissimi, sono riusciti a chiudere il cerchio, filmando, fotografando, intercettando facendo controlli apparentemente casuali. Alla fine ne è nato un “compendio probatorio granitico”. Lo scambio di denaro avveniva di persona, sempre in luoghi aperti e in contante facendo attenzione a non utilizzare i cellulari e a incontrarsi anche fuori comune.

GLI ESPOSTI CHE HANNO FATTO PARTIRE LE INDAGINI

Da tempo le attività del Comune di Guidonia erano “attenzionate” ma è stato anche grazie ad esposti e segnalazioni anonime che l’indagine ha avuto una spinta e alla fine c’è stato “il riconoscimento da parte del giudice della presenza di un’associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, peculato e falsi in atto pubblico.

QUATTRO LE VICENDE ACCERTATE

PRIMA VICENDA – Nel primo caso ad essere coinvolti sono stati due privati ed un pubblico funzionario in merito alle procedute di affidamento del trasporto pubblico e del servizio scuolabus, un appalto da tre milioni di euro. Era l’ottobre del 2016 quando sarebbe stata consegnata una tangente, come prima trance, da 50mila euro. Ma gli investigatori erano già dietro l’angolo e fingendo un controllo casuale hanno scoperto il denaro che “sarebbe servito – questa la giustificazione della persona fermata – ad accudire la madre”.

SECONDA VICENDA – PECULATO E FALSO. Coinvolti tre pubblici funzionari e tre imprenditori. Venivano fatturati e pagati con soldi pubblici falsi servizi e falsi lavori e poi le somme venivano spartite con gli imprenditori. In un incontro nell’ottobre del 2016 è stata consegnata una somma di quasi 4mila euro, sempre in contanti.

TERZA VICENDA – CORRUZIONE. Coinvolti due pubblici funzionari e due imprenditori. L’incontro, ripreso dagli investigatori, sarebbe avvenuto presso la Triade a via Roma. Era il maggio del 2016 e il motivo dello scambio era relativo all’affidamento di alcuni lavori. In quel caso una mazzetta da 2500 euro messi in una busta gialla.

QUARTA VICENDA – CORRUZIONE – Coinvolti due pubblici funzionari e un imprenditore. La mazzetta, in banconote da 500, pari a 14 mila euro nascosti dentro una rivista, dovevano servire per l’apertura di una nuova cava di travertino. Qualcosa però è andato storto e i soldi sono stati abbandonati dentro un frigorifero. I finanzieri li hanno trovati e sequestrati ma mai nessuno li ha rivendicati (!).

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