Da lunedì 30 maggio i lavoratori sono di nuovo in cassa integrazione, ripresa dopo essersi interrotta solo a marzo dopo 26 settimane.
I 178 lavoratori hanno aderito il 30 maggio allo sciopero di tre ore, dalle 8 alle 11, proclamato dalla Federazione Europea dei Metalmeccanici (FEM) per protestare contro il piano di riorganizzazione industriale deciso dall’azienda, che prevede una generale riduzione del personale in Italia, che per il sito di Guidonia comporterà il licenziamento del 25% dei lavoratori. La Alstom ha confermato, infatti, per la sola Guidonia l’esubero di 40 impiegati. Lo storico stabilimento, ex Luzi, nato negli anni ’50, che ha dato un grande contributo alla ricostruzione della rete ferroviaria martoriata dalla seconda guerra mondiale, e che ha subito negli anni un processo di forte specializzazione e sviluppo tecnologico, rischia quindi di chiudere come lo stabilimento di Colleferro. La multinazionale francese, specializzata in trasporti ferroviari e produzione di energia, ha spiegato che tale politica deriva dalla presenza di una concorrenza forte e dalla mancanza di un mercato italiano, ma questo non può giustificare le ultime scelte che, di fatto, vanificano l’accordo europeo che nel mese di febbraio Alstom ha firmato con la FEM, prevedendo strumenti alternativi ai licenziamenti. .
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