Prosegue la mobilitazione delle donne e degli uomini di Tivoli per sostenere la ragazza violentata a L’Aquila. Anche nella seconda udienza del processo contro Francesco Tuccia, accusato di aver abusato della giovane tiburtina nella notte tra l’11 ed il 12 febbraio, l’associazione 8 marzo 2012 e Rete Rosa hanno manifestato davanti al tribunale aquilano.
In aula, lunedì mattina, sono sfilati diversi testimoni. Davanti ai giudici Giuseppe Grieco, Carla Ciofani e Italo Radoccia, sono parlato i bodyguard della discoteca Guernica – al cui esterno avvenne lo stupro, e gli amici di Francesco Tuccia che erano con lui quella maledetta notte. Gli addetti alla sicurezza del locale hanno avuto un ruolo chiave in questa vicenda. Sono stati loro, infatti, a ritrovare il corpo della giovane studentessa, privo di sensi, abbandonato nella neve e ricoperto di sangue. Sempre un bodyguard avrebbe notato una macchia di sangue sulla camicia di Tuccia e avrebbe fermato la sua auto, impedendogli così di allontanarsi dalla discoteca con i suoi tre amici. Grazie a loro, quindi, la ragazza di Tivoli si è potuta salvare e sempre a loro si deve l’individuazione di un imputato.
Nell’udienza di lunedì sono poi state depositate alcune intercettazioni telefoniche. La prossima udienza è stata fissata per il 10 gennaio. Trattandosi di un processo con rito abbreviato, non si dovrebbe aspettare tanto per arrivare ad un verdetto. I giudici potrebbero esprimersi nel giro di tre o quattro udienze.
Un appuntamento che le associazioni tiburtine non mancheranno: “Continueremo a seguire il processo – ha commentato Marina Buffetti, presidente dell’associazione 8 marzo 2012 – vogliamo sottolineare la vicinanza e la solidarietà alla ragazza che ha subito questa evento così atroce. Lei ha avuto il coraggio di denunciare ed il coraggio di presentarsi in tribunale e testimoniare. E’ fondamentale presentarsi a viso aperto, significa rompere il muro di omertà che spesso favorisce l’impunità agli autori di queste violenze. Lei è una ragazza molto coraggiosa, oltre alla violenza fisica ne ha subita anche una mediatica. Durante un’intervista in televisione, addirittura, l’avvocato dell’imputato ha rivelato il suo nome. Con la nostra manifestazione abbiamo anche voluto esprimere il nostro disaccordo sul fargli vivere questa seconda violenza”.
“I nostri sit in davanti al tribunale – continuano dall’associazione 8 marzo 2012 – vogliono anche esprimere la nostra solidarietà a tutte le donne. Abbiamo esposto cartelli in diverse lingue, inglese e romeno. Molte donne straniere, infatti, subiscono violenze ma loro sono ancora meno attrezzate per poterle denunciare. Soprattutto quando subiscono violenze in famiglia, sono più isolate e non sanno a chi appoggiarsi. Prima della manifestazione abbiamo fatto volantinaggio a Tivoli e a L’Aquila”.
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