Tivoli, picchiava e maltrattava la moglie, condannato “Terremoto”
Tivoli, condannato anche in appello con sentenza definitiva “Terremoto”, questo il soprannome del 27enne tiburtino arrestato nel febbraio dello scorso anno dopo l’ennesimo furioso pestaggio ai danni della moglie davanti ai loro tre bambini. L’uomo dovrà scontare un anno e sei mesi ai domiciliari in casa del padre a Tivoli Terme. A suo carico “lesioni […]
Tivoli, condannato anche in appello con sentenza definitiva “Terremoto”, questo il soprannome del 27enne tiburtino arrestato nel febbraio dello scorso anno dopo l’ennesimo furioso pestaggio ai danni della moglie davanti ai loro tre bambini.
L’uomo dovrà scontare un anno e sei mesi ai domiciliari in casa del padre a Tivoli Terme. A suo carico “lesioni personali, maltrattamenti in famiglia, minacce aggravate e resistenza a pubblico ufficiale”. Questo è quanto ha stabilito il tribunale di Tivoli lo scorso 17 gennaio. All’uomo il tribunale dei minori ha anche sospeso la potestà genitoriale. In tribunale, in occasione del primo grado, l’uomo si è presentato con le nocche delle dita tatuate con la scritta: “Mai domato”. Di fronte al tribunale dei minori invece ha sfoggiato un altro tatuaggio: una croce cimiteriale con sotto scritto il nome della moglie. A febbraio il 27enne era stato arrestato in flagranza. La moglie, poco più grande di lui, conosciuta da giovanissimi, ha chiesta l’aiuto della polizia per un’aggressione particolarmente violenta. Agli agenti la donna ha trovato il coraggio di raccontare tutti gli abusi subiti, mai denunciati per paura di ritorsioni da parte del marito nei confronti dei loro tre figli, sempre testimoni delle violenze. Sempre in quell’occasione l’uomo ha praticamente distrutto l’appartamento e avrebbe giustificato l’episodio come una banale lite di coppia continuando anche a minacciare la donna che non avrebbe più rivisto i suoi piccoli. Il 27enne non si è trattenuto neanche davanti agli agenti, spintonandoli e sostenendo che i bambini, il più piccolo all’epoca aveva 13 mesi, dovevano assistere: “Così crescono con i coglioni”. La donna è stata assistita nel processo con patrocinio gratuito grazie alla rete di sostegno costruita intorno a lei dal pool antiviolenza di Tivoli e il centro Le Lune e il codice rosa integrato.

