Alla ricerca del Patto di Governo per Mentana. Si conclude così la nota con cui il sindaco della città garibaldina, Altiero Lodi, comunica la decisione di ritirare le deleghe agli assessori che siedono nella sua giunta. Un colpo di mano annunciato, vista la difficile situazione politica in cui versa l’amministrazione comunale arrivata alla guida della città meno di due anni fa. All’epoca Mentana riuscì a conquistare le cronache politiche nazionali, perchè in questo comune alle porte della Capitale si stava consumando il matrimonio dell’anno: quello tra il Partito democratico e l’Udc, uniti sotto il nome di Lodi. Un’accoppiata, va detto, che aveva suscitato non pochi mal di pancia, sopratutto nel partito di Bersani. Alzi la mano chi non ricorda la “rivoluzione fucsia” di Adelaide Rotolo, che in rotta con i suoi uscì sbattendo la porta per tentare la volata in solitaria. Al ballottaggio l’asse si riunì in nome della vittoria ma, visti i fatti, l’accordo non era destinato a durare nel tempo. A rompere l’asse però sono stati i suoi, con la presentazione di una mozione di sfudicia che se non ha messo in crisi concreta l’amministrazione nei numeri, a presentarla e firmarla sono stati in quattro, ha comunque creato una frattura per alcuni versi insanabile. L’aria che tira è quella di salvare capra e cavoli cercando addirittura le mani mancanti dall’altra parte della barricata. Intanto il primo cittadino tenta di lanciare un segnale forte con un gesto di quelli che pesano: fuori tutti e rirpoviamoci per “aprire una nuova fase politica, vista l’insostenibilità della situazione politico-amministrativa gestionale ed umana che si è venuta a creare nella compagine politica mentanese”. Resta da vedere chi prenderà la penna in mano per firmare il patto del nuovo corso.
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