Rifiuti ed Asa sugli scudi, negli ultimi due giorni la “spazzatura” tiburtina è salita agli onori della cronaca.
Ieri, infatti, la discarica dell’Inviolata ha chiuso i battenti ai camion di Tivoli, a causa degli elevati debiti accumulati dall’Asa, ed è stata approvata la nuova tassa che sostituirà la Tia.
Mentre nelle casse della municipalizzata entrerà una boccata d’ossigeno, come più volte annunciato dal presidente della società, Carlo Valentini, e dal sindaco, Sandro Gallotti, sono stati avviati i contatti con il Prefetto per far riaprire i cancelli della discarica. Se la situazione non si sbloccherà entro oggi, da domani la situazione dei cassonetti potrebbe diventare allarmante. Fino a 24-36 ore, infatti, i mezzi dell’Asa possono contenere tutti i rifiuti prodotti in città, oltre non possono andare.
La richiesta per riaprire la discarica, a causa dei problemi “igienico sanitari” che potrebbero crearsi a causa della permanenze della spazzatura in strada, è già partita. Richieste simili sono già partite da palazzo San Bernardino altre 3 volte negli ultimi 12 mesi, tutti rivolti al Prefetto e tutti per lo stesso motivo: la decisione dell’Ecoitalia 87 (i gestori dell’Inviolata, ndg) di chiudere la discarica a causa dei debiti troppo elevati.
In tema finanziario, invece, è stata approvata con una ristretta maggioranza la Tares. La tassa è stata votata con 11 voti a favore (Pdl, Fratelli d’Italia, Carlo Centani e Sandro Gallotti), 6 contrari (Pd) e 4 astenuti (Massimo Messale, Raffaele Russo, Raffaele Rossi e Davide Carrarini). Fuori dall’aula Alleanza per Tivoli, assente Erika Osimani di Amore per Tivoli (ormai in quota La Destra).
L’introduzione della nuova imposta era stata caldeggiata dai vertici della società, che altrimenti avrebbero avuto difficoltà anche per pagare i prossimi stipendi di marzo ai dipendenti. Non è questa, comunque, la soluzione definitiva ai problemi dell’Asa. Il sindaco, in tal senso, ha dichiarato in aula che sta continuando gli incontri con Equitalia che deve ancora incassare oltre 10 milioni di euro di fatture Tia, alcune che risalgono addirittura al 2006.
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