Dopo il secondo giorno di discarica chiusa per la spazzatura tiburtina, i rifiuti cominciano ad invadere le strade. A 48 ore dalla serrata imposta dall’Ecoitalia87, la società che gestisce l’Inviolata, la situazione sta diventando critica.
Due sono le soluzioni per far riaprire i cancelli. Il primo prevede che palazzo San Bernardino “si metta le mani in tasca” e saldi parte del debito di 9 milioni di euro, o comunque preveda un piano di rientro. La seconda, già attuata in tre occasioni durante gli ultimi dodici mesi, è che il sindaco chieda al Prefetto di intervenire obbligando l’Ecoitalia87 a riaprire la discarica per motivi di “salute pubblica”.
Ieri in Municipio, intanto, il primo cittadino ha incontrato prima la società incaricata di cercare gli evasori della Tia ed poi ha avuto dei colloqui con i gestori della discarica. Fino a ieri sera, però, ancora non si era sbloccato nulla e se lo stallo perdurerà, si arriverà presto all’emergenza.
L’Asa, infatti, per uno o due giorni riesce a tamponare la situazione, oltre non può andare ed oggi siamo al terzo giorno di “serrata”.
“L’Asa – ha spiegato ieri il sindaco Sandro Gallotti – ha un debito accumulato da anni che oggi è arrivato a 9 milioni di euro nei confronti di Ecoitalia. La stessa Asa deve incassare 18 milioni di euro che non si riescono ad incassare, e abbiamo avviato una serie di procedure per recuperare quanto dovuto. Purtroppo oggi paghiamo una situazione che è andata avanti per troppi anni, ereditata dal passato e che provoca seri disagi alla cittadinanza. Faremo tutto il possibile per risolvere il problema legato alla chiusura della discarica e riuscire ad intavolare un percorso con Ecoitalia che in futuro eviti il crearsi di situazioni così difficili”.
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