Guidonia Montecelio, le poche risorse disponibili verranno destinate a servizi considerati “prioritari” e le Case famiglia distrettuali chiuderanno il prossimo 31 marzo.
Questo il drammatico effetto della decisione presa e comunicata lo scorso 17 gennaio dal Comitato Istituzionale alle cooperative che gestiscono le strutture: non solo decine e decine di posti di lavoro a rischio ma anche la fine di servizi importanti di sostegno ai minori in difficoltà. A Guidonia chiuderà la casa famiglia per adolescenti “Isola”, la comunicazione ha riguardato anche altre cooperative affidatarie di servizi residenziali per minori sul territorio di Guidonia: Arcobaleno, La Mongolfiera, La Sponda. Queste strutture, che offrono da anni assistenza sociosanitaria, abitativa, educativa e legale ai minori, chiuderanno i battenti perché “Le risorse messe a disposizione dalla Regione Lazio sono state drasticamente ridotte e quelle disponibili sono state destinate ad altri servizi considerati prioritari”. A lanciare l’allarme il responsabile di Isola: “Dal 2008 al 2013 la casa famiglia “Isola” ha accolto decine di ragazzi minorenni del territorio, fornendo assistenza sociosanitaria, abitativa, educativa e legale; numerosi sono stati i casi di ragazzi italiani affidati dal Tribunale dei Minorenni, mentre dal 2010 si è registrato un forte aumento di minori stranieri non accompagnati di nazionalità egiziana, quasi sempre inseriti dalle Forze dell’Ordine a seguito di retate presso i mercati generali di Setteville”. “Oltre all’amarezza per la decisione del comune di Guidonia che ha come conseguenza la perdita del posto di lavoro per molti operatori – afferma Matteo Mennini, responsabile della casa famiglia “Isola” a nome di tutta l’equipe , credo che vada fatta una seria riflessione sulle ulteriori conseguenze che questa scelta, a nostro giudizio poco e male meditata, avrà sul territorio in termini di insicurezza e disagio giovanile. Un presidio educativo come il nostro ha offerto l’opportunità ai Servizi Sociali di osservare e monitorare problemi come lo sfruttamento del lavoro minorile, la tossicodipendenza, il bullismo, la prostituzione e la tratta. Ma a parte la buona volontà di qualche assistente sociale, è stata nulla la collaborazione e la volontà di mettere a sistema questa esperienza. Questa chiusura è anche una sconfitta per la cittadinanza”. A lavoro per cercare di trovare una soluzione entro il 31 marzo i Servizi sociali del Comune.
Gli operatori della Casa famiglia hanno organizzato una “semplice festa sabato 23 marzo alle ore 17,30 presso il Bar Lanciani di Via Roma a Guidonia, per celebrare questi 5 anni di vita e salutare i colleghi, i ragazzi che sono stati accolti e tutte le persone che hanno in qualche modo affiancato la casa famiglia”.
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