Guidonia Montecelio, è accusato di violenza sessuale e minaccia nei confronti della nipote acquisita. Per il settantenne che per cinque anni, da quando cioè la vittima ne aveva tredici, avrebbe violentato, molestato e minacciato la nipote della compagna, è scattato il divieto assoluto di avvicinamento.
Ieri mattina gli uomini dell’ufficio di polizia di Guidonia diretti dal vice questore Alfredo Luzi sono andati a prendere il settantenne per notificargli la misura cautelare firmata dal Gip del tribunale di Tivoli Alberto Cisterna su richiesta del pubblico ministero Maria Gabriella Fazi. Per lui c’è il “divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla parte offesa, quali abitazione propria e dei suoi genitori ed i luoghi di istruzione scolastica ed inoltre fa divieto al medesimo di comunicare con qualsiasi mezzo anche per interposta persona con la vittima”.
A far scattare a febbraio le indagini della squadra anticrimine di Guidonia la denuncia dei genitori della giovane, oggi appena diciottenne. I primi segnali che qualcosa non andava li aveva avuti la nonna che aveva messo in guardia i genitori della vittima che a loro volta hanno deciso di approfondire.
Dall’intuizione di una verità alla drammaticità della realtà.
E da lì la denuncia e le indagini. La giovane è stata ascoltata in audizione protetta dal centro antiviolenza Le Lune di Guidonia e avrebbe mostrato di essere vittima della “Sindrome di Stoccolma”. A causa degli abusi fisici e psicologici ed alle privazioni della libertà si sarebbe scatenato in lei un sentimento positivo, fino all’amore, nei confronti del proprio stupratore che non la lasciava mai in pace, la seguiva e la minacciava di farsi del male o di farlo a lei o ai suoi familiari. La vittima risulterebbe, quindi, plagiata tanto da credere di provare sentimenti positivi verso il suo aggressore. Lui l’avrebbe convinta che la loro storia d’amore non poteva essere capita dagli altri. La vittima aveva solo tredici anni quando iniziarono le prime attenzioni morbose e poco tempo dopo anche rapporti completi ottenuti con la forza. Questo incubo sarebbe durato ben cinque anni. Dopo la denuncia e circa un mese di indagini da parte degli uomini di Luzi, che sono risaliti anche ai tabulati telefonici della sim che il settantenne aveva dato alla ragazzina per “parlare in via riservata”, alla fine il gip di Tivoli Alberto Cisterna ha emesso ieri mattina l’ordinanza. Gli agenti di Luzi sono andati così a prendere il settantenne a casa informandolo della misura cautelare a suo carico. L’anziano avrebbe prima negato e poi ammesso le sue responsabilità. Ai poliziotti avrebbe detto: “Finalmente mi avete fermato”.
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