Una festa della liberazione all’insegna della “protesta”, il mausoleo dedicato a Rodolfo Graziani ad Affile. Il sindaco Ercole Viri, insieme agli assessori Giampiero Frosoni e Lorenzo Peperoni, sono stati indagati per “apologia del fascismo” e, la scorsa notte, è stato imbrattato con la vernice rossa il nome del gerarca fascista, considerato dall’Onu un criminale di guerra. Intanto questa mattina sarà una Liberazione di protesta ad Affile, contro questo monumento.
La procura di Tivoli, nella persona del procuratore capo Luigi De Fichy, ha dato seguito ad una denuncia presentata tempo fa dall’Anpi ed ha aperto un fascicolo per i tre amministratori di Affile. La replica del primo cittadino, che sarà presto ascoltato in procura insieme ai suoi due assessori, è sempre la stessa: “È assurdo – ha replicato alla stampa Ercole Viri – Il monumento è un omaggio agli affiliani, tra cui anche Rodolfo Graziani”. Sull’atto vandalico, il primo cittadino ha aggiunto: “È l’ennesimo gesto che si qualifica da solo – ha spiegato alle agenzie – Una nuova provocazione che avrà la risposta che merita”.
Questa mattina nel paese, scosso dalle polemiche,si festeggerà un 25 aprile speciale. Oltre che le celebrazioni per la Liberazione, il Comitato Antifascista di Affile, l’Anpi, la comunità Etiope, dell’associazione dei “Martiri delle Pratarelle” di Vicovaro e delle altre associazioni antifasciste delle Valli dell’Aniene e del Sacco saranno nella piazza principale del paese per sostenere la battaglia contro il mausoleo. All’iniziativa ha aderito anche l’onorevole Andrea Ferro, Pd: “Esprimo vivo apprezzamento per la decisione recentemente assunta dal Presidente Zingaretti di sospendere i fondi regionali originariamente destinati al completamento del “Parco Rodimonte”, ma utilizzati dall’Amministrazione Comunale di Affile per commemorare la figura di un uomo ritenuto responsabile di atroci crimini contro l’umanità e uno dei peggiori esponenti del ventennio fascista. Questo sacrario rappresenta un grave insulto alle sue vittime, ai partigiani e alla nostra Repubblica nata dalla Resistenza”.
Le polemiche sul Sacrario si erano riaccese lunedì scorso quando il presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha comunicato di voler sospendere il finanziamento per la realizzazione del monumento.
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