Mura la salma del padre per la sua pensione. Si indaga su ipotesi omicidio

Pur di incassare la pensione del padre, un nullafacente di Subiaco ha murato nell’agosto del 2011 il cadavere del genitore nella sua camera da letto. La macabra scoperta è stata fatta dai carabinieri di Tivoli e di Subiaco, ieri mattina, durante un controllo antidroga nella frazione de La Maina. I militari hanno ritrovato la salma […]

Mura la salma del padre per la sua pensione. Si indaga su ipotesi omicidio

Pur di incassare la pensione del padre, un nullafacente di Subiaco ha murato nell’agosto del 2011 il cadavere del genitore nella sua camera da letto. La macabra scoperta è stata fatta dai carabinieri di Tivoli e di Subiaco, ieri mattina, durante un controllo antidroga nella frazione de La Maina.

I militari hanno ritrovato la salma di Domenico Di Tullio, che all’epoca dei fatti aveva 83 anni, avvolta dapprima nella carta da pacchi e poi nel cellophane, murata in una nicchia ricavata nella parte più bassa di una mansarda. Non contento, per maggior sicurezza il figlio ha anche sigillato la stanza con il silicone. In quella che era la camera da letto del pensionato, sono state ritrovate delle macchie di sangue su cui stanno compiendo accertamenti i carabinieri del nucleo investigativo e, in un angolo, dei mattoni avanzati dalla costruzione del muro.
In cella, a Rebibbia, è finito Giampiero Di Tullio, 44 anni con precedenti penali per droga. Per lui, in attesa di appurare le cause della morte dell’anziano, è scattato un fermo di polizia giudiziaria e le denunce per sottrazione di cadavere, truffa aggravata e continuata, abbandono di incapace perché pur essendo molto malato, il figlio non ha fatto curare il genitore. L’uomo, che continuava a vivere nella stanza accanto a quella dove era murato il padre, era stato arrestato dai carabinieri della compagnia di Subiaco pochi mesi prima della presunta morte del genitore, nel febbraio del 2011, perché stava coltivando in casa delle piante di marijuana. I due, originari di Roma ed ancora residenti in una via nei pressi del Vaticano, si erano trasferiti nelle campagne sublacensi da quattro o cinque anni. L’anziano aveva deciso di godersi la sua pensione, 1.400 euro al mese, immerso nella calma de La Maina.
I carabinieri, ieri mattina, non sospettando nulla di questa macabra vicenda, erano andati a controllare l’abitazione dei Di Tullio per delle indagini legate al traffico di droga e per verificare delle armi che risultavano intestate al genitore. Arrivati sul posto, però, hanno suonato ripetutamente al campanelle ma nessuno ha risposto. Una pattuglia, quindi, ha cercato l’uomo per Subiaco e, appena trovato, l’ha riportato a casa, già visibilmente agitato. I militari, durante i controlli, hanno visto la porta sigillata con il silicone ed hanno chiesto spiegazioni. Pronta la replica del figlio: “Papà sta dormendo, non possiamo disturbarlo” ma, logicamente, non ha convinto i carabinieri che hanno continuato a fare domande. L’uomo, dapprima, ha dato in escandescenza e poi, una volta tornato calmo, ha confessato tutto. “Papà è morto nell’agosto del 2011”, ha raccontato. Il corpo è stato trovato dai militari piegato a 90 gradi, una parte mummificato ed una parte putrefatto. Viste le condizioni della salma, il medico legale ha preferito non aprire cellophane e carta sul posto, ma nell’obitorio. L’anziano aveva altri due figlie che, ieri, hai carabinieri hanno dichiarato di non avere più contatti con il genitore da tempo.

L’abitazione in contrada La Maina, Subiaco

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