San Polo: ancora dimissioni nella minoranza
La minoranza nel consiglio comunale di San Polo dei Cavalieri si scioglie come “neve al sole”, sta per essere ufficializzato il quinto subentro. In neanche due anni di amministrazione comunale, sono cambiati altrettanti consiglieri comunali. “Tutto ha inizio a giugno del 2012 – ha raccontato il sindaco Paolo Salvatori – appena un anno dopo le […]
La minoranza nel consiglio comunale di San Polo dei Cavalieri si scioglie come “neve al sole”, sta per essere ufficializzato il quinto subentro.
In neanche due anni di amministrazione comunale, sono cambiati altrettanti consiglieri comunali.
“Tutto ha inizio a giugno del 2012 – ha raccontato il sindaco Paolo Salvatori – appena un anno dopo le elezioni comunali. Il capogruppo di minoranza Bernardino Meucci rassegna le sue dimissioni, imitato quindici giorni dopo dal collega di gruppo Tarquinio Sinigaglia, che con 119 voti di preferenza era risultato addirittura il primo eletto della sua lista. Il primo dei non eletti che avrebbe dovuto surrogare i dimissionari sarebbe stato Francesco De Luca, che regolarmente nominato e che però rinuncia alla carica senza nemmeno mettere piede in Consiglio Comunale. Qualche mese di pausa e, nell’ottobre 2012, anche il consigliere di minoranza Gianpiero Lembo si dimette dalla carica dopo aver collezionato quattro assenze consecutive in consiglio. Una defezione particolarmente pesante, questa ultima, se si considera che Lembo nel quinquennio 2006/2011 aveva ricoperto la carica di Vicesindaco e Assessore alle Opere Pubbliche. A novembre 2012 l’emorragia sembra arrestarsi e il gruppo di minoranza del comune sampolese è completamente ricomposto. Ma la tregua dura pochissimo, perchè anche la Laura Giannelli, quarta dei non eletti, ha preferito passare la mano tanto che al prossimo Consiglio Comunale dovrà essere surrogata addirittura dal quinto dei non eletti della sua lista. E non basta, perché un altro dei consiglieri subentrato a consiliatura avviata, Leopoldo De Gennaro, ha già “infilato” sette assenze su otto sedute convocate, esponendosi anch’esso al rischio del procedimento di decadenza”.
“A questo punto – aggiunge Salvatori – c’è da chiedersi il perché di tutti queste rinunce, in un Paese dove a dimettersi da una carica pubblica non ci pensa quasi nessuno, e le spiegazioni non possono essere che due. La prima ipotesi è che l’azione dell’amministrazione comunale insediata due anni addietro sia tanto ineccepibile da non lasciare spazio ad alcuna forma di opposizione. Il comune vanta oggi una solidità finanziaria e politica con pochi eguali di questi tempi (maggioranza di ferro, nemmeno un centesimo di debito, opere pubbliche in via di realizzazione e tanta partecipazione popolare). Oppure in seno all’opposizione ci sono problemi tanto gravi da disgregarne l’unità e in questo senso molti pensano che la causa sia la mancata condivisione dei metodi dell’ex Sindaco, attualmente Capogruppo di minoranza”.

