Commozione per i fedeli e gioia per il Vescovo, riconsegnata alla parrocchia di Santa Croce, più nota come San Francesco, la refurtiva rubata dieci giorni fa. Denunciato il ladro, si indaga ora sul complice, ma la soddisfazione è tutta per aver impedito ai reperti trafugati dalla Chiesa di “prendere il volo”.
La refurtiva stava per essere portata ad un antiquario di Roma per essere rivenduta.
Ieri mattina, alla presenza del Vescovo e del Parrocco, i poliziotti del commissariato di Tivoli hanno riconsegnato i sei candelabri, i due putti in legno, le due zampe di leone in legno, il quadro raffigurante Santa Lucia e un fregio intarsiato a foglia d’oro. “Non è tanto il valore monetario di questi oggetti – ha spiegato il Vescovo Mauro Parmeggiani – quanto il valore affettivo che hanno per me e per tutta la comunità di Santa Croce. Tutta la parrocchia è molto legata a questi oggetti. Sono felice che sia stato recuperata tutto. Confesso che ormai ero quasi rassegnato all’idea di non vederli più. Ora sarei contento di poter parlare con l’autore del furto”.
Nel corso della cerimonia sono emersi anche i particolari del furto. Il ladro, D. M. di 39 anni con precedenti penali per rapina e ricettazione di oggetti antichi, la sera del 25 aprile si è nascosto in un confessionale prima che la chiesa chiudesse. Una volta che è rimasto da solo, è uscito e, agendo con tutta calma, ha rubato le diverse opere, aperto il pesante portone che da su piazza Trento e caricato la refurtiva su un furgone guidato da un complice. Gli agenti, diretti da Giancarlo Sant’Elia, sono ora al lavoro per identificare il “secondo”.
Le indagini si sono subito rivolte verso il mondo dei ricettatori tiburtini e, dopo pochi giorni, è stata trovata la pista giusta. Gli agenti hanno tenuto d’occhio il sospetto e venerdì scorso sono intervenuti. Dopo averlo fermato sotto casa, hanno perquisito l’abitazione non trovando nulla se non una macchina fotografica digitale su cui erano salvate delle foto della refurtiva. Il ladro, che fino a quel momento negava ogni addebito, è crollato confessando tutto ed indicando il nascondiglio. La refurtiva era nascosta tra la vegetazione di una cartiera abbandonata in via degli Stabilimenti, e stava per essere portata in via dei Coronari, a Roma.
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