Categories: Cronaca

“Racket dei lavori” a Campaegli e Monte Livata, i dettagli

Subiaco, furti e fiamme nelle ville e negli esercizi commerciali di chi non sceglieva le ditte da loro imposte, arrestati due “custodi” del posto.

Sono stati i carabinieri di Subiaco ed Arsoli, coordinati dal Comandante della Compagnia Alessio Falzone, al termine di prolungata indagine che ha preso il via a seguito di una serie di furti, incendi e danneggiamenti ai danni di esercizi pubblici ed abitazioni private a Campaegli e Monte Livata, che hanno arrestato, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del tribunale di Tivoli, Q.M. 56 anni, residente Campaegli e A.M. 38 anni, residente a Subiaco.

I due sono risultati autori degli incendi, con finalità estorsive, ai danni di un ristorante di Monte Livata (anche depredato di ogni bene), avvenuto il 2 aprile del 2012, di una villa di una famiglia di Subiaco, sempre in località Monte Livata, del 15 giugno del 2012, di un circolo privato di Campaegli del 7 febbraio e di una baita sempre a Campaegli, sempre nel 10 febbraio 2012.

Nel corso dell’operazione, a cui hanno preso parte 60 Carabinieri della Compagnia di Subiaco e unità cinofile dell’ Arma, sono stati perquisiti una decina di abitazioni e circa cinquanta box all’interno di diversi residence (in uso ai due indagati), con il ritrovamento di numerosa refurtiva.

COME OPERAVANO
I due, entrambi con precedenti furto, aggressione e spaccio, avevano la consolidata abitudine di terrorizzare le vittime anche con le armi, compreso un fucile a canne mozze. I malviventi, di fatto custodi proprio di alcuni residence di Campaegli, ricercavano il monopolio ed il controllo assoluto degli esercizi commerciali e delle strutture alberghiere, imponendo sotto minaccia i lavori di manutenzione delle varie residenze, che dovevano essere effettuati da loro o da persone compiacenti.

TRACCE DI CRUDELTA’
I due si sono resi anche responsabili dell’uccisione di capi di bestiame (vitelli e cavalli), al fine di macellarne clandestinamente le carni che venivano poi vendute in maniera illegale. In alcuni casi avrebbero lavorato gli animali da vivi tenendo le corna come trofeo. Inoltre i due hanno depredato ristoranti, ville e baite delle due località, rubando, oltre a gioielli di valore, anche utensili per falegnameria, gasolio, motoseghe, gruppo elettrogeno, tagliaerba e ogni altra utilità.

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