Lei, lui ed il persecutore, stalker recidivo arrestato dopo un anno di “inferno”

Lei, il suo convivente ed il suo persecutore, una coppia di Licenza era finita suo malgrado in un “triangolo” da incubo. I due hanno dovuto subire per più di un anno insulti, minacce, pedinamenti, telefonate nel cuore della notte e atti vandalici. L’intervento dei carabinieri e del tribunale di Tivoli li ha liberati dallo stalker, […]

Lei, lui ed il persecutore, stalker recidivo arrestato dopo un anno di “inferno”

Lei, il suo convivente ed il suo persecutore, una coppia di Licenza era finita suo malgrado in un “triangolo” da incubo. I due hanno dovuto subire per più di un anno insulti, minacce, pedinamenti, telefonate nel cuore della notte e atti vandalici. L’intervento dei carabinieri e del tribunale di Tivoli li ha liberati dallo stalker, peraltro recidivo.

Il persecutore, 54 anni di Percile con diversi precedenti penali alle spalle tra cui anche per stalkeraggio, si era “follemente innamorato” della donna, sui 30 anni di origine romena, ed era arrivato a scrivere sui muri del suo appartamento, con una penna a sfera, delle frasi rivolte a lei, da cui traspariva tutta l’ossessione che covava dentro di se.
Queste “attenzioni speciali” sono cominciate più di un anno fa, la prima denuncia sporta nella stazione dei carabinieri di Licenza risale allo scorso giugno. I militari, in questo tempo, hanno raccolto tante testimonianze e tali prove da convincere il giudice ad emettere l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Nel corso del tempo, però, si aggiunge denunce alle “denuncia”. Lo stalker, infatti, anche sapendo dell’intervento dei militari non si faceva scrupolo e continuava con i suoi atteggiamenti persecutori, arrivando fino a minacciare con un coltello la sua amata e a rompere la sua autovettura.
I carabinieri, in un tentativo di risolvere la vicenda, hanno anche convocato in caserma il persecutore e la perseguitata. Lo stalker alla richiesta di smettere ha replicato tranquillamente: “Non ho nulla da perdere, perché dovrei smettere”. L’uomo, infatti, viveva con una pensione di invalidità di poche centinaia di euro e riusciva ad arrivare a fine mese solo grazie alla “generosità” dei suoi compaesani che conoscevano la sua indole violenta.

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