Guidonia Montecelio, una folla ha accolto ieri il vescovo di Tivoli che ha celebrato la messa inaugurale della chiesa di San Michele Arcangelo, riaperta dopo decenni di chiusura forzata.
Nell’omelia di monsignor Mauro Parmeggiani anche un richiamo alla crisi delle vocazioni: “Che questa chiesa non serva solo per matrimoni scenografici ma sia espressione della sete di fede. Nessuna chiesa resti mai senza un prete”.
UN PO’ DI STORIA
“Il complesso monumentale settecentesco costituito dalla chiesa e dal convento di S. Michele arcangelo che domina oggi il colle di Monte Albano, ha origine da una donazione fatta dal nobile cittadino di Montecelio, Marco Valenti, ai Frati Minori Osservanti. La donazione consisteva in un villino con una chiesuola (costruita nel 1675) dedicata a S. Michele arcangelo “larga palmi 18, e lunga 48”, e un orto. Il villino fu gradualmente ingrandito e trasformato in convento, prima con la costruzione di un dormitorio e tutto il necessario per una casa religiosa, poi con la costruzione di altri tre lati di dormitorio e il completamento del muro di clausura nel quale vennero inserite le stazioni della Via Crucis. Il convento, secondo il classico schema francescano, ha un piano terreno a volta, costituito dal chiostro ad arcate con pozzo al centro e cisterna sottostante. Da esso si accede alle stanze di servizio, al refettorio e alla sala capitolare; le celle dei frati e la stanza del Superiore erano al primo piano.Nel 1724, visto che la chiesuola di S. Michele eretta da Marco Valenti non era più sufficiente e per l’esercizio delle funzioni e per accogliere i fedeli, fu posta la prima pietra per la costruzione della nuova chiesa, cui furono elargite cospicue donazioni di privati cittadini e del Comune di Monticelli.
Nel 1740 la chiesa era quasi del tutto finita, nella parete di fondo fu posta la copia, opera di Giovanni Battista da Roma, del quadro di Guido Reni raffigurante S. Michele, il cui originale è conservato nella chiesa dei Cappuccini in via Veneto a Roma. Gli stucchi furono realizzati nel 1742 da Francesco Antonio Fontana per un compenso di 115 scudi. Nel 1745 viene benedetta e aperta al culto. Il coro ligneo e i confessionali furono costruiti nel 1769. Infine nel 1888 la chiesa subì una notevole trasformazione ad opera del monticellese Padre Michelangelo Cianti che ne rinnovò l’interno dipingendo di sua mano con tempere la volta centrale e le parti presso i finestroni e curando che fosse decorata con dorature e stucchi. Oggi l’opera del frate pittore è gravemente compromessa dalle infiltrazioni dell’acqua che per parecchi anni sono penetrate dal tetto.
LA CHIESA
Secondo il Piccolini l’architetto costruttore fu il romano Alfieri; la notizia non è confermata da altri testi o fonti, essendo andato disperso l’archivio di S. Michele durante l’occupazione di sfollati nella seconda guerra mondiale. L’edificio è in stile neo barocco, l’armoniosa facciata è coronata da un timpano triangolare fiancheggiato da volute, sotto il quale si apre una grande finestra. La porta è preceduta da un sagrato a gradini. Il campanile sorge sul lato sinistro, fra i contrafforti che sorreggono la navata, mentre sul lato opposto essa è sostenuta dal convento. L’interno si presenta tipico delle chiese francescane del settecento con un’unica navata coperta a volta e due cappelle per lato.
I RESTAURI
Dopo un lungo periodo di abbandono, a partire dal 1979, quando ormai il complesso di S. Michele era ridotto allo stato di rudere con gran parte dei tetti crollati e con la completa spoliazione perpetrata da numerose troupes cinematografiche, cui venne incautamente concesso dall’Amministrazione Comunale il permesso di effettuare riprese all’interno, sono iniziati i restauri. Nel 1997 con il recupero delle facciate del complesso si è concluso fortunatamente il restauro del convento in modo funzionale e rispettoso dell’integrità delle strutture.
Ora il complesso ospita il museo Rodolfo Lanciani. Per quanto riguarda la chiesa, è stato restaurato il tetto, le mura perimetrali ed la facciata; l’interno purtroppo ancora è in pieno abbandono.
(Fonte: Dip. Interno; “Montecelio ieri e oggi” di Maria Teresa Petrara e Maria Sperandio; “Restauro delle Edicole della via Crucis del Convento di S. Michele in Montecelio” curata dal Rotary Club di Guidonia Montecelio).
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