Allarme nella Valle del Sacco per i danni causati dal grave inquinamento del fiume Sacco.
In campo, ultima solo in ordine di tempo, Legambiente Lazio che chiede la bonifica dell’area che ricade nel territorio dell’Asl Roma G e l’istituzione di un registro tumori regionali.
“Dalla Valle del Sacco – ha dichiarato Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio – arrivano nuovi dati sui tumori tra i bambini, che se confermati evidenzierebbero un allarme gravissimo, chiediamo chiarezza e certezze immediate. Chiediamo al Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio, organismo di grande autorevolezza, di approfondire quanto è emerso per fare chiarezza e informare i cittadini della Valle del Sacco, anche dei potenziali rischi ai quali sono esposti. La bonifica deve procedere senza tentennamenti, il declassamento del sito, contro il quale Legambiente e comitati hanno fatto ricorso, non può fermare l’azione avviata. Accanto a questo è poi fondamentale istituire un registro tumori a livello regionale, per poter raccogliere tutti i dati essenziali per la ricerca sulle cause del cancro anche in questa area così fortemente colpita.”
STUDIO SUI TUMORI INFANTILI
Legambiente, poi, commenta i dati relativi allo “Studio sui tumori infantili nella Valle del Sacco”, portato a termine a marzo 2012 ma non ancora pubblicato, emersi recentemente grazie alle associazioni A.Ma. Associazione Mamme Colleferro, Rete per la Tutela della Valle del Sacco (Retuvasa) e Minerva Pelti Onlus che ne hanno richiesto e acquisito gli atti: “Nello studio si evidenzia che nell’area 1 (Comuni di Colleferro, Segni e Gavignano) risulta un evidente aumento di ricoveri per tutte le cause, che si attesta per la fascia di età 0-14 anni, sia per i maschi che per le femmine, intorno ad un 40% in più rispetto alla media regionale. Per l’area 2 (Comuni di Paliano, Anagni, Ferentino, Sgurgola, Morolo e Supino) la percentuale di ospedalizzazione riportata per i bambini da 0 a 14 anni è del 18% in più rispetto alla media regionale per i maschi e del 26% per le femmine. In particolar modo, viene citato il caso di Anagni, dove per i maschi di 0-14 anni si evidenzia il 281% in più per il tumore all’encefalo e il 174% in più per i tumori maligni del tessuto linfatico ed ematopoietico, portando gli stessi epidemiologi ad affermare che “il cluster di casi di sesso maschile riscontrato ad Anagni, anche se di entità limitata e potenzialmente dovuto a variazioni casuali, merita ulteriori approfondimenti”.
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