Caso Cerroni, i comitati contro la discarica di Corcolle si difendono: nessuna strumentalizzazione

Due anni fa sono scesi in strada per evitare l’apertura di una discarica a pochi chilometri da uno dei siti archeologici più importanti al mondo. Oggi, di fronte alla valanga caduta sull’impero della mondezza firmato Manlio Cerroni, si trovano nella condizione di dover in qualche modo allontanare lo spauracchio della strumentalizzazione. L’area che avrebbe dovuto […]

Caso Cerroni, i comitati contro la discarica di Corcolle si difendono: nessuna strumentalizzazione

Due anni fa sono scesi in strada per evitare l’apertura di una discarica a pochi chilometri da uno dei siti archeologici più importanti al mondo. Oggi, di fronte alla valanga caduta sull’impero della mondezza firmato Manlio Cerroni, si trovano nella condizione di dover in qualche modo allontanare lo spauracchio della strumentalizzazione. L’area che avrebbe dovuto ospitare l’eredità di Malagrotta, infatti, non era di proprietà dell’avvocato, e le dichiarazioni rilasciate in questi giorni da tutti i personaggi coinvolti nella vicenda hanno gettato un’ombra sulla gestione di un capitolo recente della storia tiburtina e non solo. A parlare, nel corso dell’iniziativa promossa ieri da Viva Tivoli per salvare il Mausoleo dei Plautii, è il portavoce del movimento Urbano Barberini, che dei gruppi antidiscarica, in particolar modo di “Salviamo Villa Adriana”, divenne una bandiera. “Quello che ci interessa è la difesa del nostro bene più prezioso: la cultura. Ricordiamo che l’Unesco aveva minacciato di togliere a Villa Adriana il suo sigillo se fosse stata fatta la discarica. Per noi era inaccettabile e il resto sono solo pettegolezzi”. La faccenda all’epoca fece letteralmente il giro del mondo: realizzare un sito di raccolta della mondezza vicino ad una villa imperiale di straordinario valore turbò i sonni di molti. “La scelta di aprire una discarica vicino a Villa Adriana ha sollevato proteste da parte di tutta la cultura mondiale, ne ha parlato l’Economist, la Bbc, la Cbs, Le Monde, oltre a far partire una petizione che ha raccolto oltre 5mila firme e che fu consegnata contemporaneamente a cinque ambasciate nel mondo”, continua il principe che di professione fa l’attore di teatro e che allontana anche l’ombra lunga e fastidiosa dei possibili finanziamenti ottenuti dalla macchina cerroniana per organizzare manifestazione e sit in di protesta. “Abbiamo chiesto aiuto alla Coldiretti e ai pastori e nei fatti siamo stati finanziati dai cittadini e da noi stessi”. 

Urbano Barberini, Viva Tivoli

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