#NLCronaca – Prima subisce abusi dal fratello poi è l’intera famiglia ad emarginarla, dallo scorso agosto la vita di una giovane albanese che abita nell’hinterlad tiburtino è diventata un vero inferno. Sulla vicenda è intervenuto il pool antiviolenza di Tivoli, in rete con gli insegnati della scuola della giovane, che ha mandato la ragazza in una località protetta ed ha raccolto le prove che hanno spinto il Pubblico ministero a denunciare a piede libero il resto della famiglia. Padre e madre dovranno rispondere di maltrattamenti in famiglia mentre il fratello 17enne oltre ai maltrattamenti è stato accusato anche di atti sessuali con minore.
La ragazza, ormai esasperata, aveva deciso di scappare di casa. Una mattina, prima di andare a scuola, anziché i libri ha messo nello zaino gli effetti personali. Al suono della campanella non sarebbe tornata a casa ma prima di attuare il suo piano si è confidata con un’insegnate. La professoressa ha dapprima cercato di dissuaderla pensando che si trattasse di una normale crisi adolescenziale. Quando ha capito, invece, che si trattava di qualcosa di più grave ha subito avvisato gli agenti del Commissariato di Tivoli con cui era in contatto dopo le lezioni tenute dai poliziotti nelle classi dell’istituto.
Ai poliziotti del pool, coordinato dal dirigente Mariella Chiaramonte e diretto dall’ispettore superiore Davide Sinibaldi, la giovane ha raccontato la sua storia. Stando alla ricostruzione fornita dalla ragazza il fratello, lo scorso agosto durante una vancanza dai parenti in Albania, una notte avrebbe molestato, e provato ad avere rapporti sessuali, lei e due sue cugine. Neanche una fuga in bagno, come ha raccontato la giovane, sarebbe servita ad evitare le “attenzioni” particolari dell’adolescente. Le tre ragazze si sono poi rifuggiate nella camerea dei nonni.
Le due cugine avrebbero poi raccontato ai propri genitori l’accaduto ma la madre dei due fratelli non gli avrebbe creduto. Da allora la situazione in casa è degenerata: “Mi facevano sempre sentire inadeguata, rimproverata, non accettata”, si sarebbe confidata ai politiotti. Con la madre, soprattutto, i rapporti sarebbero diventati pessimi tanto che la mamma l’avrebbe anche colpita con pugni e ripetutamente offesa. Inizialmente la giovane ha sopportato, anche se aveva cominciato a ferirsi da sola su braccia e gambe con coltelli e lamette, poi alla fine non ce l’ha fatta più.
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