C’è modo e modo
‘na donna che piagne, er fio la consola,
tu guardi, da fori, cor nodo alla gola.
Se mischia presente e passato locale,
‘n volo scomparso co”n fatto brutale.
Settanta so’ l’anni precisi e passati,
che qui ricordamo li morti ammazzati.
er posto ‘ndo’ quelli so’ annati a decine,
adesso è ‘n sacrario, le Fosse Ardeatine.
E Roma ricorda non senza ripicche,
li corpi stroncate dai crucchi de Priebke.
‘sta data ferale, de vite sospese,
se mischia da oggi cor fatto malese.
Ma nun m’ha corpito la fine, prevista,
ma er modo de dilla, da puro archivista.
si ‘n tempo de guera ‘gni morto è ‘n caduto,
‘n tempo de pace è un “non pervenuto”.
‘nvece de piagne co’ l’artri sconvolti,
se resta lontani, pe’ n’esse coinvolti.
eppure emozioni so’ sempre le stesse,
ma tutto compresso co’ esse emme esse.
(#2emme1esse)
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