Caso Basf, oggi il corteo-fiaccolata dei comitati

#NLCronaca – Si muoverà alle 19 il corteo-fiaccolata organizzato e promosso dai comitati cittadini contro l’inceneritore Basf. L’appuntamento è con partenza dal piazzale dell’asilo nido (in Via Iozzia) e fino allo stabilimento Basf. A farne notizia i Comitati  Case Rosse – Settecamini e Ass. Raggio Verde. LA LORO NOTA INTEGRALE “Nel suo stabilimento “insalubre di […]

Caso Basf, oggi il corteo-fiaccolata dei comitati

#NLCronaca – Si muoverà alle 19 il corteo-fiaccolata organizzato e promosso dai comitati cittadini contro l’inceneritore Basf. L’appuntamento è con partenza dal piazzale dell’asilo nido (in Via Iozzia) e fino allo stabilimento Basf. A farne notizia i Comitati  Case Rosse – Settecamini e Ass. Raggio Verde.

LA LORO NOTA INTEGRALE

“Nel suo stabilimento “insalubre di prima classe” di Via di Salone a Settecamini, a meno di 10 Km dal centro di Roma, la società BASF (ex Engelhard) deposita e brucia ogni giorno, dal 1956, tonnellate di rifiuti tossici e pericolosi provenienti da stabilimenti chimici di tutto il mondo, recuperando e riciclando i metalli preziosi residui della combustione. Un business molto interessante e remunerativo per la multinazionale, che però non è più compatibile con la realtà ed i numeri del territorio circostante: oltre allo stoccaggio di sostanze nocive e pericolose e alle emissioni tossiche nell’aria di Settecamini, le acque reflue dei processi chimici vengono versate nel fiume Aniene, affluente del Tevere, anch’esso già ampiamente inquinato.

In questo contesto, l’allora Presidente della Provincia di Roma, On. Nicola Zingaretti, si assunse il 30 dicembre 2011 la responsabilità di concedere l’Autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A.) alla BASF Italia S.r.L, consentendole di continuare a bruciare sostanze tossiche e nocive nel suo impianto alle porte di Roma, a ridosso di alcune centinaia di abitazioni e un asilo nido. Con precise motivazioni, i Comitati dei Cittadini di Settecamini e Case Rosse denunciarono tale Autorizzazione come illegittima. I Cittadini che risiedono o lavorano esposti ai rischi dalle attività di incenerimento di rifiuti tossici, nocivi e pericolosi che hanno luogo presso l’inceneritore, da anni vivono nella preoccupazione per la propria salute.

Tutto ciò non basta. Mentre il Sindaco Marino, responsabile per legge della salute dei cittadini, appena insediato cercava finalmente di vederci chiaro sul caso dell’inceneritore BASF a via di Salone, nel dicembre scorso la Provincia, autorizzava l’aumento da 240 a 850t/anno (+254%) dei rifiuti pericolosi bruciati nell’inceneritore ed il trattamento di nuove tipologie di rifiuti (catalizzatori esausti liquidi) che prima non potevano essere portati e trattati a Roma, portando così i rifiuti totali da bruciare nell’inceneritore da 1100 a 1600 t/anno (+45%).

Il Comitato dei Cittadini di Case Rosse, supportato dai legali dell’Associazione ambientalista Raggio Verde e grazie al patrocinio gratuito concesso dallo Stato, ha fatto ricorso al TAR contro questa autorizzazione ritenuta scandalosa. Il TAR, che in questi casi arriva a un pronunciamento non prima di 2-3 anni, vista la delicatezza del caso, ha accolto la richiesta di accelerare i tempi e arrivare ad un verdetto finale entro i primi di Luglio.

In questi ultimi giorni, dopo il blitz di 150 vigili allo stabilimento Basf, si stanno susseguendo eventi molto gravi che hanno visto l’intervento della magistratura che ha posto sotto sequestro il laghetto di pesca sportiva antistante la BASF dopo che controlli condotti dall’ARPA nei mesi scorsi avevano rivelato una concentrazione superiore ai limiti consentiti di sostanze molto inquinanti e cancerogene quali tricloroetano, tribrometano, dibromoclorometano, bromoclorometano ed il pericolosissimo nichel. A proposito del nichel, ricordiamo che la stessa Provincia di Roma ha autorizzato di recente BASF a trattare in via di Salone anche i catalizzatori al Nichel-Platino, senza che alcuna autorità sanitaria sia intervenuta per opporsi.

Tornando ai fatti recentissimi, sotto il profilo giudiziario, due dirigenti della BASF risultano indagati per avere, si legge negli articoli di stampa, «…gestito ingenti quantitativi di rifiuti mediante illecita attribuzione di codici CER (Catalogo Europeo dei Rifiuti) in uscita dall’impianto al fine di consentirne lo smaltimento in assenza di autorizzazione specifica», nonché per aver «contaminato terreni e falde acquifere circostanti e sottostanti l’area interessata dallo stabilimento» ed aver «aperto un nuovo scarico discontinuo di acque reflue industriali senza autorizzazione (…omissis…)». Se queste notizie fossero confermate dovremmo davvero preoccuparci per la gravità dei fatti, indipendentemente dalle dirette responsabilità degli interessati, che sarà la magistratura ad accertare.

Nel frattempo, i Cittadini non si rassegnano e continuano a lottare per la salute dei propri figli e dei 30.000 romani che vivono e lavorano nella zona di Settecamini e Case Rosse intorno all’inceneritore. Dopo una serie di assemblee pubbliche sul territorio nei mesi scorsi ed una manifestazione nei pressi del Palazzo della Provincia, in Piazza Santi Apostoli, hanno deciso di scendere in strada ed organizzare un CORTEO-FIACCOLATA”.

Foto del comitato citadini case rosse su facebook

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