Erano seicento ieri in piazza della Repubblica a Villalba di Guidonia. Seicento cittadini stanchi dei roghi che ogni notte rendono la vita impossibile a chi vive nel quartiere guidoniano e in quello vicino di Tivoli Terme. Si sono dati appuntamento alle ore 15 armati di striscioni e bandiere tricolori e hanno attraversato il cuore della borgata con l’obiettivo di spingere le istituzioni a fare qualcosa per risolvere il problema diventato un incubo. La questione, in fondo, è sempre la stessa e riguarda la difficile convivenza tra la comunità locale e la baraccopoli che sorge sui terreni dell’ex polverificio. Oggi di persone tra cumuli di immondizia e ricoveri di fortuna ce ne sono 461 il 18% dei quali minori, una piccola comunità poco inserita con quella locale, sfinita dalle notti passate con le finestre chiuse a causa degli incendi. “Non siamo razzisti, quello che vogliamo è solo non respirare diossina”, fanno sapere gli organizzatori messi insieme grazie al tam tam dei social network, in particolare del gruppo “Sei di Villalba se”, diventato la piattaforma della manifestazione, a cui hanno preso parte alcuni gruppi di destra e consiglieri comunali di Guidonia, tra cui Alessandro Messa, tra i promotori, Anna Maria Vallati e Stefano Sassano. Con il calar della sera il gruppo ha preso in mano le fiaccole e bloccato per qualche minuto la via Tiburtina, creando disagi al traffico. Ora la palla passa ai comuni coinvolti. Intanto domani parte il presidio organizzato da Palazzo San Bernardino che prevede un sistema di videosorveglianza e la collaborazione dell’associazione Volontari Valle Aniene Associati Onlus”, che si occuperà proprio dei fuochi finiti sotto accusa.
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