#NLEconomia #NLTivoli – Produzione di olive ed olio quasi azzerata, nell’hinterland tiburtino il settore sta facendo registrare un calo del 70 per cento e dal Comune di Tivoli parte l’appello per avere lo stato di calamità. Olivicoltori che neanche hanno raccolto quei pochi chicchi rimaste sulle piante, frantoi che neanche hanno aperto i battenti, oltre al danno economico sale il rischio di abbandono dei terreni agricoli. Uno scenario devastante che ha spinto l’amministrazione tiburtina a chiedere aiuto alla Regione.
“Le aziende agricole ed i frantoi vedono azzerato il reddito 2014 derivante dall’olio extravergine d’oliva e dalla molitura – ha scritto nella missiva indirizzata a Nicola Zingaretti il sindaco Giuseppe Proietti – alcune di esse rischiano di chiudere definitivamente, con conseguente abbandono degli oliveti. Le conseguenze di questo sono facilmente ipotizzabili: inselvatichimento degli oliveti, riempimento dei fossi, incendi diffusi”.
“Come hanno già fatto altri Sindaci della nostra Regione – ha aggiunto Proietti – chiedo un intervento, a livello regionale affinché vengano attivate le procedure per la dichiarazione dello stato di calamità, a livello nazionale e comunitario.”
Questa stagione è la peggiore degli ultimi 50 anni e dietro un risultato tale le cause sono molteplici. Il clima pazzo di quest’anno ha creato in continuazione problemi alle piante. Anche se la fioritura era stata abbandonate la pioggia ha impedito l’impollinazione, e già questo ha ridotto la produzione di un buon 30 per cento. In estate, poi, il freddo ha favorito la mosca che depone le larve nei chicchi, facendoli impoverire e cadere. Il clima più rigido per quasi tutti i mesi estivi ha portato a continui attacchi dell’insetto. All’inizio dell’autunno, infine, le poche olive rimaste sulle piante erano talmente indebolite che alle prime piogge sono cadute.
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