Tra una critica ed una replica, non c’è mai pace per la sanità pubblica. Due ospedali salvati, altri potenziati, il futuro dell’Asl Roma G sembreva poter essere, pur se non perfetto, quanto meno positivo. Da Colleferro e Monterotono, invece, sono scoppiate diverse proteste. Su Guidonia Montecelio, poi, ha destato clamore il mancato inserimento nel piano aziendale del centro di prevenzione tumori, come denunciato dal senatore Pd Bruno Astorre.
SCREENING ONCOLOGICO
“Il nuovo Atto Aziendale della Asl RM G non garantisce la riapertura del centro di prevenzione tumori di Guidonia, chiuso da 14 mesi e che per oltre vent’anni è stato punto di riferimento per migliaia di donne nella lotta contro il cancro. Non solo, ma a rischio c’è l’intera organizzazione dello screening, ridimensionato su tutto il territorio e con la separazione tra parte clinica e parte amministrativa, che non garantisce più la presa in carico del paziente da una sola struttura, per tutto il percorso dalla diagnosi alla cura delle neoplasie. Si predilige un’apertura al privato, a scapito di uno screening pubblico e di qualità. Tutto questo mi pare vada nella direzione opposta di una sanità a servizio del territorio e dei cittadini. Anche per questo ho intenzione di presentare un’interrogazione urgente al ministro della Salute Beatrice Lorenzin, affinché si interessi del caso e metta in atto tutto quanto possibile affinché venga restituito a Guidonia e a tutto il territorio il centro di prevenzione tumori”.
MONTERODONDO
“Abbiamo riscontrato – il commento del consigliere delegato eretino per la Sanità Walter Antonini – diverse incongruenze tra le linee di principio esposte e le modalità con le quali queste sono state applicate. Un esempio è l’ambito della chirurgia, che perde l’unità operativa complessa a fronte del mantenimento nominale di dieci posti letto più altrettanti di day surgery, cioè interventi chirurgici o procedure diagnostiche e terapeutiche invasive o semi invasive con un ricovero limitato alle sole ore del giorno o, al limite, con un solo pernottamento. Sopratutto non si capisce per quale motivo ospedali come quelli di Palestrina e Colleferro, distanti tra loro meno di venti chilometri, mantengano entrambi l’unità di chirurgia mentre quelli di Monterotondo e Subiaco, punti di riferimento di ambiti territoriali molto estesi, nel nostro caso con un bacino di 200mila utenti, siano invece privati del reparto”. Critiche, poi, alla soppressione del reparto di ostetricia e ginecologia che sarà annesso a quello di Tivoli, “solo tra Monterotondo, Mentana e Fonte Nuova – hanno spiegato dal Municipio – i dati riguardanti le nascite del 2013 dimostrano chiaramente quanto sia vasto territorialmente e densamente popolato il bacino d’utenza potenziale del Punto nascite del SS Gonfalone, tale da stimare tutt’altro che irraggiungibile la soglia dei 1000 parti annui fissata dalla Regione”.
Stesso raggionamento è stato fatto a Colleferro, dove ostetricia e ginecologia saranno annessi a Palestrina.
LA SITUAZIONE DEL DISTRETTO DI GUIDONIA MONTECELIO
“A Guidonia – ha spiegato il direttore generale dell’Asl Roma G, Giuseppe Caroli – diversamente dal primo progetto nella nuova palazzina andrà un punto di soccorso avanzato, un punto di primo intervento con ambulatori specialistici oltre alle attrezzature per eseguire esami del sangue ed apparecchiature radiologiche. Un servizio rivoluzionario nato per andare incontro ai bisogni della popolazione. Guidonia Montecelio, oltre ad essere una delle città più grandi della regione, è anche il comune più popoloso di questa Asl. Questo progetto nasce dopo un’attenta analisi dei bisogni”.
In merito al servizio di prevenzione oncologica, invece: “stiamo rivoluziando questo servizio – ha aggiunto Caroli – presso la struttura che già ospita il dipartimento di Igiene Pubblica, al Car, rinegoziando l’affitto vorremmo spostarci la gestione dei progetti di screening. Non si tratta affatto di una distruzione del servizio ma stiamo riorganizzandolo per migliorare i già buoni livelli di qualità del servizio offerto. Separeremo gli uffici organizzativi da quelli operativi”.
“A fronte della prevista chiusura di Subiaco e Monterodono, siamo riusciti a mantenerli aperti. Gli accorpamenti di Ostetricia e Ginecologia, poi, non è una decisione motivata da scelte politiche ma scientifiche. La società scientifica, infatti, specifica che se non si fanno minimo 600 parti l’anno ci sono rischi per donne ed operatori. Sul distretto di Monterotondo, poi, stiamo ragionando per implementare l’attività ambulatoriale su Monterodondo Scalo, Mentana, Fonte Nuova. Vogliamo avvicinare i servizi alla gente, così si fa prevenzione”.
Su Colleferro, invece: “E’ vero che perde ostetricia ma quell’ospedale diventa vocato alle urgenze con diagnosi e cura, l’apertura della Rianimazione e della Neurologia, l’unica per tutta la azienda. Viste le specificità di quel territorio, tra cui tre autostrade molto trafficate, sarà molto importante. Sempre a Colleferro, poi, stiamo investendo molto in prevenzione. Partendo sempre dall’analisi dei territori e dei bisogni della popolazione, abbiamo implementato i servizi di prevenzione per fronteggiare gli effetti dell’emergenza inquinamento nella Valle del Sacco”.
EMODINAMICA TIVOLI: BUONE NOTIZIE
Buone notizie, invece, arrivano per il San Giovanni Evangelista di Tivoli. Si va completando la pianta organica per la nuova Emodinamica. Completato il personale si potrà aprire l’agoniato reparto, pronto da anni, costato milioni i di euro, e mai attivo se non per pochi mesi e a mezzo servizio. “Si è chiuso il bando per i tre medici emodinamisti. Ora stiamo aspettando se, a mezzo posta, nei prossimi giorni arrivino altre candidature. Dovremo valutare se i curriculum hanno i profili giusti e poi si potrà aprire”.
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