#NLavoro #NLGuidonia – Ancora notizie inquietanti da Case Rosse e Setteville, i comitati cittadini che lottano contro lo stabilimento Basf hanno comunicato notizie preoccupanti sull’ultima indagine epidemiologica nella zona. La Basf, stabilimento specializzato nel recupero di metalli preziosi da rifiuti chimici, è da anni al centro delle polemiche da parte dei residenti.
LE MALATTIE
“L’indagine – hanno spiegato i Comitati Cittadini e l’associazione Raggio Verde – che guarda al periodo 2001-2012 ed utilizza metodologie molto più efficaci di quelle adottate in passato, mostra nuove preoccupanti evidenze per la salute degli abitanti di Settecamini e Case Rosse. Nell’area di massima ricaduta e nell’area più vicina agli impianti si osservano eccessi per alcune patologie del sistema nervoso centrale (SLA, sclerosi multipla, epilessia). L’analisi dell’ospedalizzazione mostra negli uomini eccessi di ospedalizzazione per malattie del sistema nervoso e degli organi di senso, per tumore della pleura e per linfomi non Hodgkin. Nelle donne si osserva un’ospedalizzazione più elevata per tumore dell’esofago, dell’utero e per BPCO [Bronco Pneumopatie Croniche Ostruttive, NdR]. Nell’area compresa entro 1km dall’impianto, si osserva una frequenza maggiore di nati con basso peso anche se i rischi non raggiungono la significatività statistica. L’analisi delle malformazioni congenite alla nascita evidenzia nell’area di massima ricaduta degli inquinanti un rischio significativamente più elevato di malformazioni congenite cardiache”. La relazione completa su: http://www.sitotiburtina.altervista.org/ambiente/engelhard/2015/Relaz_Comitati_Indagine_DEP_Lazio_mag-2015.pdf
BASF E TRAFFICO
“Questa ulteriore relazione dei Comitati analizza i dati epidemiologici nell’arco di 26 anni concludendo che tutti gli eccessi per causa di morte o malattia evidenziati sono compatibili con l’indiscusso inquinamento ambientale che riguarda l’area di Settecamini – Case Rosse. Il traffico veicolare è una fonte di tale inquinamento, come in altre zone di Roma, ma è anche vero che nell’area c’è un inceneritore che brucia 4 tonnellate al giorno (h24) di rifiuti chimici anche pericolosi. In questo contesto, anche considerando il recentissimo sviluppo demografico dell’area intorno allo stabilimento, si impone senza ombra di dubbio la chiusura dell’inceneritore per il principio di precauzione. L’obiettivo, come previsto nel parere del Sindaco del 15 ottobre 2009 all’AIA concessa il 31/12/2009, resta quindi la delocalizzazione dello stabilimento, o almeno dell’inceneritore e del reparto di raffinazione delle ceneri, che sono i processi più inquinanti e che contribuiscono solo al 20% circa della produzione industriale di catalizzatori della Basf”.
“I nuovi dati epidemiologici confermano che il parere negativo dell’ASL RMB all’AIA del 2009, espresso con chiarezza e ribadito nuovamente per l’AIA del 2011 nelle riunioni tenutesi presso il Gabinetto del Sindaco, era indiscutibilmente supportato da evidenze oggettive. L’allora Sindaco di Roma, Alemanno, non poteva ignorarlo come ha fatto e come continua a fare l’attuale Sindaco, Marino, responsabile per legge della salute dei cittadini, e per di più medico. Le indagini epidemiologiche ed ambientali non sono ancora ritenute sufficienti ad accertare il nesso di causalità con lo stabilimento? Il Sindaco, in attesa dei “successivi approfondimenti”, è tenuto ugualmente a intervenire almeno con la chiusura dell’inceneritore e del reparto di raffinazione delle ceneri per il principio di precauzione”.
UN PARCO AL POSTO DELLA FABBRICA
“I Cittadini attendono un’immediata riapertura del tavolo per la delocalizzazione, prescritto dall’AIA 2011, che avrebbe dovuto produrre una proposta concreta già entro il 31.12.2013, proposta di cui invece ancora non c’è traccia. La delocalizzazione va completata entro e non oltre la scadenza dell’AIA il 30 dicembre 2017. Inoltre, il Sindaco dovrà prendere una netta posizione in merito alla destinazione d’uso dell’area dello stabilimento: nel caso in cui BASF dovesse decidere di delocalizzare licenziando i lavoratori, tutta l’area di 50.000 mq dovrà essere destinata a Parco pubblico con giardini ed alberi, invece di essere valorizzata come area edificabile”.
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