#NLCronaca #Tivoli – I riflettori della cronaca nazionale non smettono di puntare su Tivoli e il tema è sempre lo stesso, le intercettazioni e le indiscrezioni su Mafia Capitale. Ancora una volta, però, non si tratta di atti concreti della magistratura, come avvisi di indagine o denunce, ma solo di intercettazioni, vere o presunte che siano. Dopo il consigliere regionale del Pd, Marco Vincenzi (leggi le accuse e le repliche dell’ex sindaco), agli onori della cronaca finisce Alessandro Petrini, consigliere comunale di Forza Italia. Il giovane capogruppo di FI sarebbe reo, secondo alcune notizie rimbalzate sul web, di essere stato assunto da Salvatore Buzzi in una delle sue cooperative grazie all’intervento di Luca Gramazio, ex capogruppo del Pdl nel consiglio comunale di Roma arrestato nel primo capitolo di Mafia Capitale.
Accuse, però, subito contestate dallo stesso Petrini che commenta “mai chiesto e mai ottenuto alcun lavoro nelle cooperative”. Dopo Vincenzi, quindi, ancora indiscrezioni sulle indagini che gettano ombre su persone che al momento, pur se estranee da ogni coinvolgimento con la magistratura, finiscono alla gogna solo perché citate o menzionate in qualche intercettazione.
LA POSIZIONE DI PETRINI
“Ho appreso questa mattina da un autorevole quotidiano che lavorerei per una delle cooperative del gruppo 29 giugno e che percepirei per tale contratto 1.250,17 euro al mese. L’estratto conto del mio conto corrente, che metto a disposizione per qualsiasi verifica, dice il contrario. Non ho infatti mai avuto nessun contratto di lavoro e, di conseguenza, non ho mai ricevuto compensi di alcun genere”.
Il giovane consigliere aggiunge: “Il mio nome è probabilmente finito in tali elenchi in quanto consigliere comunale e in quanto politicamente vicino a Luca Gramazio, all’epoca capogruppo in Regione del mio partito. Il nostro rapporto, di natura strettamente politico-istituzionale, è nato nell’estate 2013, dopo le elezioni regionali e dopo la sua nomina a capogruppo regionale”.
“Se il consigliere Gramazio ha pensato a me per un lavoro significa che non era nemmeno a conoscenza che da più di un anno ormai, dopo tanti sacrifici, ho intrapreso un attività in proprio nel settore turistico che mi sta anche dando tante soddisfazioni e che sarebbe stata totalmente incompatibile con un eventuale contratto di lavoro. Non ho quindi mai chiesto un posto di lavoro, non ho mai inviato a nessuno il mio curriculum, non ho mai fatto un colloquio di lavoro, non ho mai avuto un contratto di lavoro, non ho mai percepito alcunché”.
“La mia storia, personale e politica, è sempre stata improntata alla trasparenza e all’impegno sul territorio. Mi auguro che gli organi di informazione procedano a tutte le verifiche del caso prima di diffondere inesattezze delle quali saranno chiamati a rispondere nelle sedi competenti. A Luca Gramazio auguro di dimostrare la sua completa estraneità ai fatti”.
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