Violenza ai mercati generali, sei vigilantes feriti. Dal Car sì ad “un posto di polizia sempre attivo”
#NLCronaca – #GuidoniaMontecelio – Notte di terrore al car dove all’una di notte del 14 luglio una trentina di egiziani hanno aggredito a colpi di spranghe e coltelli sei vigilantes che si erano accorti che alcuni di loro erano entrati abusivamente. Due di loro sono rimasti seriamente feriti ma fortunatamente non sono in sono in […]
#NLCronaca – #GuidoniaMontecelio – Notte di terrore al car dove all’una di notte del 14 luglio una trentina di egiziani hanno aggredito a colpi di spranghe e coltelli sei vigilantes che si erano accorti che alcuni di loro erano entrati abusivamente. Due di loro sono rimasti seriamente feriti ma fortunatamente non sono in sono in pericolo di vita. Il più grave ha avuto una settantina di punti di sutura. Dai mercati di via Tenuta del cavaliere si alza la voce chiedendo aiuto e sostegno attraverso anche l’istituzione di un posto di polizia sempre attivo.
L’AGGRESSIONE
Pesante il bilancio dell’aggressione che nella notte tra lunedì e martedì ha visto una trentina di egiziani armati di spranghe e coltelli aggredire gli addetti alla sicurezza del Car. Sul posto sono intervenuti i carabinieri del Radiomobile della compagnia di Tivoli e della tenenza di Guidonia che hanno arrestato otto egiziani coinvolti negli scontri.adisposizione dell’autorità giudiziaria. I militari hanno anche trovato e sequestrato le armi usate nell’aggressione tra cui coltelli e spranghe. L’accaduto è stato anche ricostruito e spiegato in una nota diffusa del Car che parla di una vera e propria imboscata: “Gli orologi segnano l’una del 14 luglio – si legge – quando le guardie giurate, poi raggiunte dagli steward, fermano sei persone fuori dal Mercato ittico (a quell’ora attivissimo) senza il titolo d’accesso. “Siamo pescivendoli venuti a comprar pesce per lavoro”, dicono gli egiziani. Non uno però ha il tesserino magnetizzato, il “badge”, assegnato ai clienti del Car. Non si discutono situazioni così. Le norme sono chiare. Non consentono equivoci. I sei sono invitati ad andarsene. Poi, instradati con fermezza verso l’uscita. Lì iniziano telefonate eccitate in lingua araba che preludono all’inferno. In un attimo le guardie sono assalite con coltelli e mazze da una trentina di egiziani”. Alla fine otto gli egiziani arrestati e sei i vigilantes feriti, di cui due in condizioni serie ma non in pericolo di vita, con una prognosi di venti e trenta giorni, tutti con trauma cranico a causa delle sprangate, ferite da taglio e ferite varie.
DAL CAR:
“Neppure al più distaccato giudizio sociologico e al più freddo approccio giornalistico può sfuggire l’esigenza, ineludibile ed indifferibile, di dotare il Centro Agroalimentare Roma di un presidio permanente di Forze dell’Ordine attivo 24 ore su 24 come deterrente che prevenga illeciti e reati, ma pure come braccio per interventi di tempestiva durezza in situazioni gravi, pericolose ed intollerabili come quella di oggi”, così il direttore generale del Car, Fabio Massimo Pallottini in una nota diffusa ieri dal Car. “Solo pochi giorni fa – si legge ancora – , da via Tenuta del Cavaliere è partita una sollecitazione diretta in Prefettura per una tempestiva convocazione – la quarta sullo stesso argomento nei dodici anni di attività del Car – del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, in relazione ai gravi problemi creati dalle continue intrusioni di immigrati egiziani nei viali commerciali del Car. Solo quindici giorni fa il Prefetto di Roma Franco Gabrielli si è cortesemente prestato su invito dei vertici aziendali a visitare il Car di persona.
E a prendere atto delle criticità organizzative causate dall’impossibilità sostanziale per un’azienda di gestioni manageriali di fronteggiare con i suoi mezzi ordinari gli aspetti più deteriori di una sregolata immigrazione nordafricana, “che – parole di Pallottini – ha fatto del Car la seconda sponda per i flussi di profughi subito dopo Lampedusa…”. Alle richieste di aiuto sembrerebbe per il momento non essere stata data alcuna risposta concreta: “Inoltriamo documentazioni, compiliamo dossier, firmiamo richieste di intervento conoscitivo, sollecitiamo contatti di lavoro, ma – afferma Pallottini – poi non vediamo un impegno fattivo. E la pur encomiabile prontezza a intervenire delle Forze dell’ordine viene ridotta dall’enorme territorio di competenza e dalle limitate risorse umane e tecniche disponibili”.
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