L’acqua, la pioggia da sempre rappresentano per l’uomo una fonte benefica di vita. Poi accadono eventi naturali disastrosi. Sono quelli fatti di grandi temporali che si trasformano in alluvioni, in bombe d’acqua, in pericolose scariche elettriche che ci fanno sentire tutti più piccoli, che ci fanno correre al riparo, nelle nostre case, nei nostri rifugi. L’acqua che da’ vita è in grado di toglierla con la stessa intensità, con lo stesso potere, in un attimo mortale. Gli psicologi tra i vari test ne utilizzano in particolare uno chiamato: “La persona sotto la pioggia” che ha lo scopo di evidenziare le capacità di mettere in atto difese da tutto quello che provoca sofferenza e dolore. Ma se le difese interne, esterne, reali non reggono più, non rappresentano un contenimento, non arginano, allora siamo travolti prima fisicamente e poi emotivamente. Se si sopravvive e siamo al sicuro, per fortuna il pericolo è passato. Dopo qualche tempo però possono comparire dei sintomi a livello psicologico che sono il risultato di un vissuto “emotivamente traumatico.” Quando ci si riferisce agli effetti sulla mente e sul comportamento prodotti da un evento fisico, psicologico o sociale altamente stressante si parla allora di “trauma psicologico”. Secondo il Manuale diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali- DSM V, possono essere attribuiti significati traumatizzanti a qualsiasi evento negativo in cui una persona vive direttamente o come testimone di uno o più situazioni connesse alla morte reale o temuta, ovvero in cui sperimenti una minaccia per la propria o altrui incolumità fisica, tale da mettere a dura prova il senso di sicurezza psicologica. Il vissuto di timore o danno, derivante dall’interpretazione soggettiva, e spesso inconsapevole, dell’evento affrontato si accompagna a risposte di intensa paura, di impotenza e di orrore. Il trauma psicologico si riconosce perché la persona sente intensificarsi uno stato di ansia e agitazione, diviene ipervigile, ipersensibile e aumenta la soglia di attenzione relativa qualunque potenziale pericolo. Altri sintomi riguardano l’area del sonno che diventa un momento difficile: continui e ripetuti risvegli, difficoltà ad addormentarsi, incubi notturni. L’ansia può essere somatizzata e compaiono dolori che non possono essere riferiti ad alcuna patologia fisica. I pensieri, contemporaneamente possono farsi bui e possono cristallizzarsi sul momento dell’evento traumatico. L’essere umano ha sempre moltissime risorse ed una capacità di adattamento straordinaria così molte persone, reduci da esperienze traumatiche hanno mostrato che il trauma può portare con se anche un aspetto forte e potente, rappresentando una forza misteriosa di cambiamento positivo e di crescita personale. Il “trauma psicologico” si trasforma in “crescita post-traumatica”: la possibilità di trasformare un evento negativo di vita in una fonte di trasformazione positiva, in uno stimolo al miglioramento, attraverso delle capacità che sembrano svilupparsi in stretta connessione con la riscoperta di una capacità di fronteggiare eventi anche molto pericolosi.
Dr.ssa Barbara Vecchioni
www.studiodipsicologiativoli.it
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