Nathan: una delocalizzazione tra le polemiche. Spunta una terza ipotesi
#NLCronaca #Tivoli – Ancora riflettori accesi sulla Nathan, la delocalizzazione della lottizzazione di Villa Adriana fa nuovamente discutere. Dopo l’intervento del Sindaco in consiglio comunale, lo stesso Primo Cittadino ha voluto tracciare il punto della situazione con una conferenza stampa annunciando, inoltre, una terza possibile soluzione di delocalizzazione a Tivoli Terme. Dello spostamento dei metri […]
#NLCronaca #Tivoli – Ancora riflettori accesi sulla Nathan, la delocalizzazione della lottizzazione di Villa Adriana fa nuovamente discutere. Dopo l’intervento del Sindaco in consiglio comunale, lo stesso Primo Cittadino ha voluto tracciare il punto della situazione con una conferenza stampa annunciando, inoltre, una terza possibile soluzione di delocalizzazione a Tivoli Terme.
Dello spostamento dei metri cubi di cemento autorizzati accanto alla Villa Adriana (una “colata” che mette a rischio il riconoscimento Unesco per la dimora imperiale) il Sindaco aveva parlato già nello scorso marzo a questa testata (leggi l’articolo). La vicenda, poi, è tornata alla ribalta dopo l’estate.
PERCHE’ LA DELOCALIZZAZIONE
“Subito dopo il mio insediamento fu attivato, su iniziativa del ministero ai Beni Culturali Franceschini, un tavolo congiunto ministero, regione e comune. Questo perché lo stesso Ministro, in Parlamento, dichiarò che la Nathan non si sarebbe realizzata davanti alla paventata prospettiva dall`Unesco di togliere riconoscimento alla Villa. Il tavolo si è riunito 3 volte ed ha dato incarico al Comune di arrivare ad un possibile accordo con i proprietari della lottizzazione, il gruppo Impreme, per una delocalizzarla in un’altra parte del territorio comunale”.
La delocalizzazione “è necessaria perché la lottizzazione ha tutte le autorizzazioni necessarie ed i proprietari hanno già annunciato che in caso di mancata concessione a costruire chiederanno 90 milioni di euro di danni. Il Ministero non 90 milioni in bilancio per fare restauri figuriamoci per darli alla Nathan, il Comune non saprebbe dove prendere la sua parte. Questa amministrazione vuole tutelare la Villa. A seguito dell’incarico avuto dal tavolo ho preso contatti con l’Impreme”.
LE PROPOSTE
Tre le proposte sul tavolo. Una prima, scartata dal gruppo Impreme dopo alcuni sopralluoghi, legata al recupero della cartiera di proprietà comunale Amicucci. La seconda, sulla quale si sta lavorando, legata all’attuazione del piano Gregotti, un piano di intervento approvato definitivamente in consiglio comunale nel 2005. In alternativa è spuntato un terreno a Tivoli Terme sul quale, però, il Sindaco ha voluto mantenere il riserbo, specificando solo che si tratta di un’area già edificabile.
COSA PREVEDE IL PIANO GREGOTTI
“Il piano, approvato dall’amministrazione guidata allora dal sindaco Vincenzi, prevede delle costruzioni su piazza Matteotti ed al posto dell’ex cinema teatro Italia“.
Al posto del teatro “è prevista la costruzione di 1.792 mq a destinazione commerciale e 11.837 di residenziale, circa 65 appartamenti. Peraltro su quell’area erano previsti appartamenti anche dal piano di ricostruzione post bombardamenti approvato in comune dopo la seconda guerra mondiale. La famiglia Garberini, proprietaria del cinema, quando lo costruì dichiarò ufficialmente di essere disponibile a dare seguito a quel piano una volta quando fosse arrivata l’ora dell’attuazione. La proprietà dell’area oggi è divisa tra diversi privati e società”.
Al posto della piazza, invece “il piano prevede la costruzione di un parcheggio di quattro piani, due interrati ed due sopra terra, e due palazzi per oltre 10 mila mq. Era previsto che i palazzi fossero destinati a servizi pubblici mentre i parcheggi ad uso pubblico”.
IL TEATRO ITALIA
Al centro delle polemiche degli ultimi giorni è finita proprio l’area privata. “Non mi sono ancora abituato al brutto, ogni volta che vedo l’area dell’ex cinema teatro penso che non sia degna dell’ingresso di una città d’arte come Tivoli. Non ho mai incontrato i Garberini, che peraltro sono amici di famiglia, ma su mio incarico ci ha parlato l’assessore all’Urbanistica (Ruggero Martines). I proprietari del cinema potrebbero anche costruire da soli se volessero, visto che il piano lo prevede. Il Comune, altrimenti, ha il potere di sollecitarli e, volendo, anche di sostituirsi a loro per attuare il progetto”. In pratica il Comune potrebbe espropriare l’area, fare un bando pubblico per scegliere il costruttore e far pagare a lui i costi dell’esproprio. “Altrimenti l’Impreme potrebbe trattare con i proprietari dell’area e trovare tra di loro una soluzione. In caso non trovassero un accordo i privati interverrà il Comune”.
Poi, su un possibile accordo tra Impreme e Comune, prima di scrivere la parola fine alla vicenda della Nathan “Ho già detto che il Ministero dovrà chiedere un parere al consiglio di stato prima di ratificare l’accordo”.

