#NLSanità #Tivoli – Pazienti bloccati al pronto soccorso in attesa di essere ricoverati che restano, per mancanza di letti, sulle barelle delle ambulanze ed i mezzi di soccorso che di conseguenza attendono per ore fuori l’ospedale. Mattinata “nera” per il nosocomio tiburtino, venerdì verso le 8, che ha visto fino a sei ambulanze ferme nel parcheggio ad attendere le lettighe per ripartire.
Il problema non è tanto per i mezzi di soccorso, quanto per i pazienti che hanno atteso sulle portantine che si liberasse un posto in un ospedale al collasso per la mancata attuazione dei piani di potenziamento previsti dalla Regione Lazio. Il caos, le code, e l’ingolfamento al Pronto Soccorso, infatti, dipendono dalla carenza di posti letto negli altri reparti. Posti dove dovrebbero essere ricoverati i pazienti visitati e medicati nel Dea.
“La situazione dell’ospedale di Tivoli era critica prima della riorganizzazione prevista dalla Regione e poi lasciata a metà (depotenziamento degli altri ospedali della Roma G, ora Roma 5, e potenziamento di Tivoli ndg) – ha spiegato Dimitri Cecchinelli, segretario di Roma e Rieti della Cisl FP –, è diventata grave quando a fronte dei tagli nelle altre strutture non sono stati aumentati i posti letto della struttura tiburtina. Ora con il recepimento di una vecchia direttiva europea del 2003, fin ora ignorata, è gravissima. La nuova, vecchia, legge prevede il rispetto delle 11 ore di riposo giornaliere. In questo modo vengono vietati i doppi turni ed il lunghissimi straordinari a cui si sottoponeva il personale dell’ospedale pur di non compromettere il servizio assistenziale. La Regione sapeva di questo recepimento”.
Le prime conseguenze di questa direttiva introdotta con il nuovo anno già si vedono. “Il sevizio Immunotrasfusionale, quello che effettua le donazioni di sangue) non effettuerò più le raccolte esterne per mancanza di personale. Così corriamo il rischio di esaurire le scorte di sangue, con la conseguenza di doverlo comprare e quindi dover spendere cifre maggiori causando anche l’allungamento delle degenze per le persone in attesa di essere operate. Non solo, la carenza di personale rischia di avere effetti anche sul servizio d’urgenza del Centro mobile di rianimazione, con l’unica ambulanza dell’Asl con il medico a bordo ed adibita al trasporto dei pazienti gravi che venerdì notte è rimasta ferma proprio per la mancanza del medico. In questo modo, in caso di emergenze, si deve ricorrere alle ambulanze private che costano circa 800 euro a viaggio”.
Semplice, a dirsi, la soluzione: “Servono nuove assunzioni, il personale medico, infermieristico e dell’assistenza, è troppo poco. Così si compromette anche l’attività di emergenza – urgenza, C’è il rischio oggettivo che l’urngenza su Tivoli non sia più garantita, inoltre le liste d’attesa si allungheranno”.
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