Tivoli: ecco come il Comune vorrebbe vendere le terme Acque Albule

#NLCronaca #Tivoli – Una proposta che ha fatto e che farà discutere, il Comune lavora alla vendita delle sue azioni delle Acque Albule e studia le possibili soluzioni. Proprio l’idea di come arrivare alla dismissione del 60% delle quote della società termale è stata fonte di un acceso dibattito in consiglio comunale. Per il Comune la vendita delle azioni sarebbe un obbligo di legge imposto dalla Finanziaria (legge 147/2013), la discussione per gli amministratori di Palazzo San Bernardino, quindi, non è se vendere o meno ma sul come vendere. L’ultima idea del Municipio è di dividere le Terme in due società, una che abbia il valore del 60% e che sarebbe del Municipio e l’altra del 40% che sarebbe dei soci di minoranza.

COME VENDERE LE TERME

Al momento, tecnicamente, sono tre le possibili modalità di vendita del pacchetto azionario delle Acque Albule.

La prima, peraltro annunciata in campagna elettorale ed inserita nel programma del Sindaco, vedrebbe il Comune prima ricomprarsi tutte le azioni in mano ai privati e poi rivendere in blocco tutta la società. L’impedimento, però, è rappresentato dagli alti costi dell’operazione, il Municipio dovrebbe pagare diversi milioni di euro, circa 16 stando all’ultima valutazione dei periti nominati dal tribunale di Tivoli.

La seconda, invece, sarebbe la mera vendita del 60% delle azioni del Comune.

La terza, quella proposta dal sindaco Giuseppe Proietti, all’assemblea dei soci e al consiglio comunale, è quella dello “spacchettamento” delle Terme. Al momento il Comune ha deciso di avviare questa terza ipotesi, affidando ad un gruppo di esperti, due nominati dal Municipio ed uno dai soci privati, il compito di elaborare diverse ipotesi di scissione. A giugno, poi, si dovranno tirare le somme e se le parti accetteranno una delle proposte, e se il consiglio comunale approverà la soluzione, le Terme Acque Albule saranno divise in due parti.

Questa soluzione è ritenuta essere da Palazzo San Bernardino la più percorribile rispetto alle altre due. A far propendere l’ago della bilancia verso l’ipotesi della scissione ci sono anche il gran numero di contenziosi tra i soci privati, capitanati da Terranova, ed il Comune.

Le diverse ipotesi di scissioni, ovvero a chi assegnare quale bene e quale asset, saranno elaborate dalla commissione in cui siederanno, per il comune, l’ex sindaco, che peraltro curò le prime fasi della vendita di azioni poi conclusasi nel 2001, Alcibiade Boratto e Paolo Cacurri, Amministratore Unico di Asa Servizi srl. Il socio di minoranza ha invece nominato un proprio studio.

LE CRITICHE

Al momento dall’opposizione le critiche, piovute feroci in consiglio comunale, sono state sul metodo utilizzato dal Sindaco per presentare il progetto. Proietti prima di riferire all’assise ha illustrato la sua intenzione alla stampa, poi all’assemblea dei soci, e solo in ultimo all’aula.

Testo da visualizzare in slide show

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