Cani e gatti randagi, un problema dai mille risvolti e dalla difficile risoluzione. In questi giorni a Tivoli l’attenzione è incentrata sugli animali abbandonati dell’ex Baracappoli di Stacchini, che sopravvivono grazie ad un manipolo di volontari e alle donazioni dei tiburtini, ma il problema è ben più esteso e grave.
Per spiegare la situazione del randagismo a Tivoli, XL e Notizialocale.it hanno intervistato il consigliere del sindaco per la Tutela degli Animali, Roberta Piacentini.
LA SITUAZIONE
Tivoli è la tipica città del centro-sud con un randagismo fuori controllo non da oggi, ma da molti anni. La scelta di non avere un canile pubblico dal 2000 ha visto solo lievitare il numero di canili convenzionati, come gli animali reclusi. I dati degli animali detenuti nel 2015 sono: 233 cani, 8 gatti. Il costo medio di un cane al giorno in una struttura è 3 euro per canile rifugio, 5 euro per il canile sanitario. (Per un totale di circa 300 mila euro annui, ndg) I canili convenzionati sono ad oggi cinque, il numero dei cani non diminuisce mai in maniera sostanziale, la visibilità dei cani ospitati nelle strutture è quasi nulla, non esiste un censimento fotografico degli animali in cerca di adozione, come non esiste un sito istituzione del comune per promuovere le adozioni. Nonostante le associazioni di volontariato animalista abbiano spesso richiesto di avere accesso alle strutture convenzionate in maniera istituzionale, ossia attraverso la stipula di protocolli d’intesa con il Comune.
DA DOVE VENGONO TUTTI QUESTI RANDAGI
Canili perennemente saturi, assenti campagne di promozione delle adozioni, quasi nulla la visibilità degli animali reclusi, assenza dei controlli del territorio e assistiamo alla presenza degli animali vaganti nella zona di Tivoli Terme. Come è nato tutto ciò? E’ stata permessa la presenza di animali non riconducibili ad un proprietario, nessun cane iscritto all’anagrafe canina, nessun cane o gatto sterilizzato. Come conseguenza logica di inattività, le nascite di animali sono state sempre numerose e costanti. Con il passare del tempo, molti cani si sono allontanati dai nuclei umani, anzi questi animali temono l’uomo e non si lasciano avvicinare. Si è creata così una popolazione di randagi, che a cicli costanti viene prelevata con metodi non scientifici, ossia con gabbie in entrano solitamente solo i cani di sesso maschile mentre femmine raramente cadono in trappola. Senza interventi di recupero degli animali non socializzati i canili vengono affidati ai canili che offrono prezzi più bassi e ci restano spesso fino alla morte, peraltro a spese delle collettività.
LA SITUAZIONE DI STACCHINI
Dopo lo sgombero dello scorso giugno sono rimasti nell’area moltissimi animali abbandonati al loro destino. Ora in quel lembo di terra sono rimasti i cani inavvicinabili, che continuano a procreare indisturbati. Ci auguriamo che saranno autorizzate dal Comune le due sterilizzazioni gratuite, offerte da dicembre 2015 dall’associazione Alfa. Ci sono da sterilizzare, inoltre, meno di 50 cani, avrei sinceramente sperato che il Comune investisse in quest’azione di prevenzione, ma insieme ai volontari presenti sul territorio stiamo valutando iniziative per poter raccogliere il denaro utile per avviare la campagna di castrazione sul territorio di Tivoli Terme. Anzi invito la cittadinanza a proporre idee utili per raccogliere fondi.
L’ALBO DELLE ASSOCIAZIONI ANIMALISTE
Purtroppo ad oggi nessun passo è stato fatto per promuovere le adozioni, lo scorso dicembre 2015 il Comune ha pubblicato un avviso ai volontari animalisti, quasi tutte le associazioni hanno aderito, ma purtroppo non sono state ancora convocate in Comune per la stipula del protocollo dell’intesa. Il randagismo sul nostro territorio è un argomento tabù, sembra non esistere se non per gli addetti ai lavori, invece penso che la politica dovrebbe affrontarlo e risolverlo, è denaro pubblico, sono animali reclusi a cui è stata negata la possibilità di essere adottati per le mancate scelte, per scelte errate. La fortuna di questo territorio è che è popolato di tante persone di cuore, di tanti volontari, associazioni che per decenni hanno operato completamente scollegati dalle istituzioni.
(Dal numero 6 di XL)
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