Dal 27 settembre al 5 novembre 2016 al Teatro Costanzi di Roma è in scena il balletto Il Lago dei Cigni, nella versione del giovane e talentuoso coreografo inglese Christopher Wheeldon.
Wheeldon ha il dono di saper raccontare storie e favole sulle punte e si ben inserisce con tutta la propria magia nella crescita del corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma, diretto da Eleonora Abbagnato.
La sua è una rilettura non tradizionale che si intuisce già in apertura del sipario, dove il sontuoso castello medievale del principe Siegfried lascia il posto ad una sala prove animata con grazia dal riscaldamento di alcune ballerine, esplicitamente ispirate all’opera pittorica di Edgar Degas – così come dichiarato dallo stesso coreografo in conferenza stampa. La storia si sviluppa tra reale e sogno.
Il primo ballerino libera la propria fantasia immaginando di interpretare proprio il ruolo del protagonista del Lago dei Cigni. Sulla scena vengono introdotte nuove interessanti figure, un maldestro e caricaturale maître de ballet e il gelido mecenate in cilindro, che si muove in una suggestiva e romantica ambientazione ottocentesca da Cafè Chantant , come se fosse uno dei borghesi ritratti da Toulouse-Lautrec.
Il sapore del balletto resta tuttavia indiscutibilmente british, mantiene tutti gli snodi narrativi senza troppi psicologismi e, dopo un terzo atto chiassoso, sgargiante e mai volgare, con costumi che strizzano l’occhio alla Goulue, si chiude con un inedito e riuscito lieto fine.
Più che lodevole anche l’interpretazione della partitura di Čajkovskij da parte dell’orchestra, diretta per l’occasione dal maestro Nir Kabaretti.
Ultima nota di colore, con questo balletto Alessandra Amato, già prima ballerina del Teatro dell’Opera di Roma, è stata nominata ‘étoile‘ dal sovrintendente Carlo Fuortes e dalla Abbagnato.
Di Roberta Monchi
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