Di Roberta Mochi
Jonathan Safran Foer dopo undici anni da “Molto forte, incredibilmente vicino” torna a regalarci una grande storia. Il titolo è biblico, la risposta di Abramo a Dio che chiede di sacrificargli il suo unico figlio. Per Safran Foer questa è la vera essenza dell’amore, esserci al di là di tutto, esserci fino all’estremo, fino a perdersi completamente nel e per l’altro, arrivando così all’assenza di sé, che ha come conseguenza la fine dell’amore. L’argomento del romanzo è proprio questo, l’amore e la sua dissoluzione. Si racconta la storia dei Bloch, famiglia di ebrei americani i cui componenti sono critici e arguti, un po’ come gli altri protagonisti usciti dalla penna di Foer. Sulla vita di queste cinque persone e la banalità della quotidianità si innesta un tema di più ampio respiro. Un terremoto minaccia di distruggere Israele e, mentre si sviscera il dubbio se partire per aiutare le vittime, nascono riflessioni profonde sulla propria identità di popolo alla ricerca di una terra promessa e di matrimonio arrivato al capolinea, svuotato dalle piccole cose ordinarie di tutti i giorni “la prossimità domestica era diventata distanza intima, la rassegnazione era diventata paura, la paura era diventata risentimento, il risentimento era diventato autodifesa”. Julia e Jacob sono malati di quella ricerca della perfezione tutta borghese, dell’essere sempre dal lato giusto, quello che fa compiere scelte etiche, quello delle buone opinioni sul cibo così come sulla morale. E quindi anche il crescere figli, per questa generazione di quarantenni, diventa una rappresentazione pubblica. Questo silenzio infinito e denso della coppia, questi uomini e donne paralizzati nel non fare, con desideri che non riescono ad esprimere a causa di paure mediocri, questo è l’universo in cui ci trascina il Jonathan Safran Foer, scrittore che conosciamo fin da “Ogni cosa è illuminata” con la delicata abilità di passare con la leggerezza di una farfalla dall’intimità e dalla tragedia al grottesco e al comico. In questa occasione la sua scrittura e i suoi mille riferimenti biografici ci porteranno in un mondo di specchi, in grado di raccontare più la nostra vita che la sua.
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