Il Papa a Setteville, ai giovani: “No ai cristiani pappagallo”. Nell’omelia: “No alle chiacchiere”

IL PAPA A SETTEVILLE, IL SALUTO AL FREDDO

“Non dimenticatemi, pregate per me e per tutti e mi raccomando niente chiacchiere”, questo il saluto del Pontefice alla comunità di Setteville. Non si è risparmiato ieri, 15 gennaio, Papa Francesco in visita pastorale presso la parrocchia di Santa Maria a Setteville. Dopo aver pregato accanto al letto di Don Giuseppe, gravemente malato di Sla, ha incontrato i gruppi della chiesa, ha celebrato messa e, incurante del freddo, è uscito fuori a ringraziare e benedire le oltre 1500 persone che non erano riuscite a prendere posto in chiesa e che hanno potuto seguire la celebrazione davanti ai maxi schermo.

“Daje France’, sei uno di noi”, così un parrocchiano, nel pieno dell’entusiasmo, si è rivolto al Pontefice che usciva da Santa Maria mentre decine di persone cercavano di toccarlo e di avvicinarsi a lui.

IL PAPA A SETTEVILLE, LE PAROLE AI GIOVANI: “NO AI CRISTIANI PAPPAGALLO. NO AL PROSELITISMO. LA TESTIMONIANZA CRISTIANA SI FA CON LE PAROLE, CON IL CUORE E CON LE MANI”.

Al suo arrivo il Pontefice è stato accolto dal parroco, don Gino Tedoldi, d è andato immediatamente nelle stanze di Don Giuseppe. Dieci minuti intensi durante i quali Papa Francesco ha pregato ed ha benedetto il viceparroco, gravemente malato di sla. Il Papa ha poi incontrato i giovani, pronto a rispondere alle loro domande. A rivolgersi direttamente a lui, per raccontare il proprio percorso all’interno della parrocchia, Maria, Cristiana, Giorgio e Noemi.

“Grazie le la vostra gioia e i vostri disegni bellissimi – ha detto ai giovani Papa Francesco – siete bravi. E grazie per le cose che avete detto. Il periodo del post cresima è un problema e il fatto che voi siete qui è un dono di Dio”. “La testimonianza cristiana si fa con le parole, con il cuore e con le mani. No ai cristiani pappagallo che usano solo parole, parole, parole”.

Interrogato su come poter spiegare a chi non crede la Fede, il Pontefice ha ricordato che “I cristiani non fanno proselitismo. Dobbiamo vivere da cristiani ed è dalla nostra testimonianza che deve nascere l’inquietudine nell’altro che sarà spinto a fare domande”.

Sul perdono Papa Francesco ha risposto che le ferite possono essere guarite ma rimane la cicatrice. “Il perdono nasce dal cuore, non si fa per decreto. Bisogna arrivarci”.

“Il dono più grande che ci ha fatto Dio?”.  Per il Pontefice è la famiglia. “Vi do un consiglio – ha detto ai ragazzi il Papa – parlate con i nonni. Sono la memoria della vita e la saggezza della vita”.

IL PAPA A SETTEVILLE, DOPO I GIOVANI HA VISITATO I MALATI E I BIMBI BATTEZZATI PER POI CELEBRARE LA MESSA. NELL’OMELIA: “NO ALLE CHIACCHIERE. UNA PARROCCHIA PERFETTA È QUELLA IN CUI NON SI SPARLA”.

 “Essere cristiano – ha detto nell’omelia il Pontefice – è un modo di vivere, non si può essere cristiani come tifosi di una squadra di calcio. Prima di tutto bisogna dare testimonianza di Gesù. Gli Apostoli erano peccatori ma nel Vangelo non ho mai trovato un loro un peccato, quello di parlare male degli altri. Siamo tutti peccatori ma una comunità dove ci sono chiacchiere è incapace di dare testimonianza”.

IL PAPA A SETTEVILLE, I RINGRAZIAMENTI DI DON GINO

Al termine della celebrazione eucaristica a ringraziare il Pontefice è stato il parroco di Santa Maria: “Grazie Santo Padre – ha detto Don Gino – Siamo in periferia e anche qui in Diavolo fa in suo lavoro. Ma dove il Diavolo è forte, Dio è ancora più forte.  Voglio ricordare che qui negli anni settanta c’era la fontana dei poveri, dove tutti potevano andare a dissetarsi. Ora nn c’è più ma al suo posto c’è la parrocchia, vera fontana di Vangelo.

IL PAPA A SETTEVILLE, SICUREZZA, TUTTO E’ FILATO LISCIO

Nessun problema in termini di sicurezza grazie all’imponente schieramento dei forze dell’ordine  messo in atto, coordinate dal commissariato di polizia di Tivoli e dalla sicurezza vaticana. In campo polizia, carabinieri, polizia municipale, volontari di protezione civile, volontari della parrocchia.

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