Gli scavi della Selciatella saranno reinterrati. Impegnati 55mila euro

Gli scavi della Selciatella saranno reinterrati. Impegnati 55mila euro. Scoperte archeologiche in via della Selciatella, per proteggerle impegnati 55mila euro per opere di protezione e reinterro. A chiederle è stata proprio la Soprintendenza Archeologia del Lazio e dell’Etruria Meridionale, in una nota all’amministrazione del 18 novembre del 2015. Nel documento si richiede appunto “che vengano […]

Gli scavi della Selciatella saranno reinterrati. Impegnati 55mila euro

Gli scavi della Selciatella saranno reinterrati. Impegnati 55mila euro.

Scoperte archeologiche in via della Selciatella, per proteggerle impegnati 55mila euro per opere di protezione e reinterro. A chiederle è stata proprio la Soprintendenza Archeologia del Lazio e dell’Etruria Meridionale, in una nota all’amministrazione del 18 novembre del 2015. Nel documento si richiede appunto “che vengano completate le opere di protezione (con geo-tessuto e strato di pozzolana) dei tre siti archeologici individuati e parzialmente scavati lungo il tracciato” in occasione degli scavi per la realizzazione rete viaria in località Tor Mastorta, via della Selciatella”. La Soprintendenza nella stessa nota “richiede che, dopo l’intervento di protezione, le aree di scavo debbano essere reinterrate fino a ripristinare lo stato ante operam dei luoghi, e parimenti si debba procedere al reinterro di tutte le trincee di indagine archeologica, effettuate fra i suddetti siti, che hanno dato esito negativo”.

I LAVORI

Il progetto definitivo era stato provato dal consiglio comunale di Guidonia il 17 febbraio del 2012, a novembre del 2013 era stato approvato il progetto esecutivo da più di 5 milioni di euro. A gennaio del 2014 era stata la Edil Moter Srl ad aggiudicarsi i lavori dopo aver vinto la gara indetta con “procedura aperta con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa”.

LE SCOPERTE

“Durante il corso dei lavori – si legge nella determina di impegno di spesa -, a seguito di ritrovamenti archeologici di notevole pregio, è stato necessario avviare una campagna di scavi ben più consistente di quanto previsto”. I lavori di esecuzione degli scavi archeologici sono stati affidati alla stessa ditta Edil Moter.

La notizia del ritrovamento di reperti di “straordinario valore” era stata data dal Comune nel settembre del 2014. Si trattava di due tombe coperte e un “insediamento produttivo” Le indagini archeologiche, già partite nei mesi di agosto-settembre 2102, avevano portato alla luce un impianto produttivo (fornace)  e, lungo il tracciato del rudus relativo al percorso antico della via Tiburtino-Cornicolana, due tombe coperte a cappuccina in cui, in una in particolare, sono stati rinvenuti i resti di una donna magnificamente conservati e “una collana in oro e pietre con lavorazione a catenella intervallata da elementi tubolari in pietra di colore azzurro chiaro e chiusura ad amo” come si legge nella relazione redatta dagli archeologi. Il reperto in oro è stato consegnato il giorno stesso del rinvenimento a Maria Luisa Bruto, conservatrice del museo “Rodolfo Lanciani” di Guidonia Montecelio. A quel punto “è stato deciso di continuare le indagini nello scavo e di sospendere i lavori di realizzazione della rete viaria per consentire alla Soprintendenza di approfondire gli studi”.

“Tra il 2014 e il 2015, in località Selciatella – conferma l’attuale conservatrice del Museo civico Rodolfo Lanciani, Valentina Cipollari – furono rinvenuti tre siti archeologici: una fabbrica di mattoni con quattro fornaci e due aree annesse che fungevano da magazzini; a distanza di 70 metri da questa una necropoli di tombe a cappuccina con inumazione e incinerati e a distanza di circa 1 chilometro da questi un oecus appartenente ad una villa romana già nota dalla bibliografia. All’ interno delle tombe – continua Valentina Cipollari – furono rinvenuti pochi corredi, ma in due di queste furono riportate in luce due collane d’oro, entrambe al collo delle inumate, una con lavorazione a catenella intervallata da elementi tubolari turchesi in pasta vitrea con chiusura ad amo, dell’altra rimanevano solo i vaghi in oro. Attualmente i reperti osteologici della necropoli si trovano presso il dipartimento di antropologia molecolare di Tor Vergata e li sta studiando a titolo gratuito dalla professoressa Cristina Martinez La Barga del dipartimento di antropologia molecolare della facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali. Per quanto riguarda la villa, nell’ambiente centrale dell’oecus fu rinvenuto un pavimento tardo repubblicano in opus scutulatum con crustae marmoree e cornice con tessere musiva bianche e nere. Sul pavimento trovammo lucerne a perline, databili al III secolo d. C. e un vaso in invetriata con scena di Ercolano che combatte contro l’idra. Ovviamente accanto alla necropoli è stato scoperto un lungo tratto della via Cornicolana ma senza basoli perché questi furono riutilizzati per fare l’attuale Selciatella”.

LE DODICI MONETE

Sono state le monete trovate durante gli scavi a svelare la datazione della necropoli che risale al periodo tra il secondo e il terzo secolo dopo Cristo. Sono di quell’epoca, infatti, i sesterzi e denari trovati sotto la lingua dei defunti lì messi come “biglietto” da pagare per l’ultimo viaggio a Caronte.