Visto da me/ Logan

  Di Roberta Mochi Diciassette anni di Wolverine, un ciclo di apparizioni che si conclude col capitolo “Logan – The Wolverine”,  pellicola meno marvelliana tra tutte quelle della serie e  terzo spin off dedicato a questo personaggio tormentato. Siamo nel 2029, i mutanti non nascono più.  Logan invecchiato e intossicato dall’adamantio fa l’autista di limousine […]

Visto da me/ Logan

 

Di Roberta Mochi

Diciassette anni di Wolverine, un ciclo di apparizioni che si conclude col capitolo “Logan – The Wolverine”,  pellicola meno marvelliana tra tutte quelle della serie e  terzo spin off dedicato a questo personaggio tormentato. Siamo nel 2029, i mutanti non nascono più.  Logan invecchiato e intossicato dall’adamantio fa l’autista di limousine a pagamento e accudisce in Messico uno Xavier novantenne, ingabbiato in una vecchia cisterna per tenere a bada poteri psichici che non controlla quasi più a causa di malattia neurodegenerativa. La Transigen, li cerca, li bracca ma intanto crea cloni dei mutanti per scopi bellici. Tra questi la piccola Laura, che eredita con i geni anche le caratteristiche di Logan, in fuga verso il Canada per la salvezza. Il film è western moderno, il riferimento diventa esplicito quando in una camera di albergo Laura guarda in tv alcune scene de’ “Cavaliere della valle solitaria”. È anche un’opera dolente sul tramonto della propria esistenza. Il regista James Mangold e lo sceneggiatore Scott Frank realizzano un ottimo lavoro innestando molti altri spunti sul tema tipico della discriminazione razziale. Lo fanno creando l’habitat più congeniale a questo eroe solitario, interpretato da uno straordinario Hugh Jackman, anche grazie alla splendida la fotografia di John Mathieson, che satura colori, e riesce a scambiare i toni tra deserto e bosco. Il mondo che ci offrono è ruvido, fatto di violenza e di decadenza sia fisica e morale. Una dimensione in cui il protagonista, alcolizzato e votato all’autodistruzione è condannato alla sofferenza interiore dalla sua natura ma col suo animo animalesco e indomito resta per tutti l’ X-Men, anche quando è fuori dagli schemi dei comics.