Piscine di via del Barco, Comune al lavoro per cercare una soluzione per le polle sorgive

Piscine di via del Barco, Comune al lavoro per cercare una soluzione per le polle sorgive. Le quattro “pozze” di Tivoli Terme, che da anni rinfrescano le estati di migliaia di tiburtini e non solo, sono state già ricevute due volte in municipio.

L’Amministrazione ha aperto un tavolo tecnico di confronto sulle polle sorgive di via del Barco e diversi sono stati gli argomenti finiti al centro dei lavori. Ora in vista di un terzo incontro l’assessore alle Attività Produttive, Nello Rondoni, ha chiesto alle quattro associazioni Bambù, Parco Tivoli, Agricola H2SO ed Eden di fare una sintesi tra le diverse richieste ed istanze in vista di un terzo incontro.
Tra i punti trattati negli incontri c’è lo sfruttamento della risorsa termale. L’acqua sulfurea utilizzata dalle piscine del Barco, che sgorga naturalmente dal terreno, è al centro di una causa intentata dalle Acque Albule. Avvocati e periti sono al lavoro per stabilire se si tratti della stessa risorsa delle terme partecipate dal Comune o se è diversa. Da questo deriva la concessione o la sub concessione dei diritti di sfruttamento.

Negli anni queste quattro associazioni sono state al centro di una serie di battaglie legali. Quando non si è trattato dello sfruttamento delle acque, degli usi fatti con le piscine, alcune di queste realtà sono state chiamate in causa per abusi edilizi, o presunti tali, o per questioni legate alla somministrazione di cibi e bevande. Col tempo alcune realtà, come il Bambù, hanno ottenuto tutti i permessi, altre sono ancora al lavoro per sciogliere gli ultimi nodi.

La vicenda è decisamente complessa ed un primo tavolo aperto dall’allora amministrazione guidata da Sandro Gallotti non ha portato risultati.

 

 

“Il fenomeno delle polle sorgive è conosciuto storicamente – ha spiegato l’assessore Rondoni –. A partire da almeno 100 anni. In vecchi documenti risultavano queste polle, oltre ai laghi Regina e Colonelle che alimentano le Acque Albule. Ora il Comune sta, innanzitutto, ascoltando i proprietari dei terreni. Ognuno di questi ha delle istanze da proporre. Noi vogliamo capire gli eventuali usi che si possono fare di questa risorsa. Il Comune deve riflettere su questo”.

Entrando nel dettaglio degli incontri: “In questo momento siamo in una fase conoscitiva. Vogliamo vedere le loro proposte, valutare tutti gli atti, anche quelli repressivi, che sono stati fatti. Questo tavolo parte dalla questione della risorsa mineraria, poi si potrà ampliare sulla valutazione di quali usi può avere. Sia che si tratti della stessa acqua delle terme, sia che sia diversa, andrebbe regolamentata. Altri aspetti verranno successivamente”.

 

“Questo fenomeno esiste – ha concluso Rondoni –, è doveroso affrontarlo. Va fatta una riflessione politica sull’argomento.  Una volta saranno analizzate tutte le problematiche, si farà una sintesi su cui riflettere”.

 

 

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