Dopo essere tornato nella Tivoli Calcio 1919 come presidente onorario, il Patron ha affiancato la cooperativa Lavoratori del Barco che hanno rilevato la storica società.
“Mi sono riavvicinato alla Tivoli, il mio cuore è tinto di amarantoblu – ha spiegato Caucci –. Questa è la motivazione principe. Da tempo mi venivano dietro in tanti per farmi tornare, ma ora c’erano maggiori presupposti”.
“Al momento all’interno della 1919 – precisa il Patron – ho solo l’onorificenza della presidenza onoraria. Presidente è stato nominato Giuseppe Sabucci, che continua a mantenere anche l’incarico di direttore sportivo. Con il passaggio di proprietà è stata confermata la vice presidenza a Patrizia Diodati. La scelta di Sabucci è anche un riconoscimento ad una persona che si è sempre dedicata al calcio ed alla 1919”.
“Abbiamo iniziato a parlare ai primi di ottobre con i vertici della 1919. Loro mi hanno voluto premiare con questa carica onorifica. C’era, comunque, una volontà per interagire con la società, oltre quell’incarico. A quel punto non ho fatto altro che riportare un’idea di progetto ai soci della cooperativa, gli ho rappresentato la situazione, e loro hanno manifestato l’interesse a subentrare. Cinque persone, delegate dalla Cooperativa Lavoratori del Barco, si sono presa la totalità delle quote societarie in rappresentanza della cooperativa”.
“Ringrazio Paolo Cicolani, Attilio Nonni, Andrea Isopi e Giorgio Strafonda per aver permesso alla Tivoli 1919 di essere viva. Loro l’hanno salvata. Li ringrazio anche per averla gratuitamente ceduta, nonostante in realtà la cooperativa si sia poi fatta carico delle esposizioni pregresse. Ora, per portare avanti la stagione, tutti i soci della cooperativa si stanno autotassando, ognuno per le proprie disponibilità”.
“Il progetto è creare una Casa Tivoli per il calcio a cui collegare le altre realtà calcistiche della città, già entro dicembre ci dovrebbero essere delle ufficializzazioni. Creare Casa Tivoli vuol dire creare un‘unica realtà calcistica, credibile, in Città. Vogliamo radunare tutte le esperienze calcistiche tiburtine. La Tivoli 1919 diventerebbe così un attrattore per il territorio. Un’eccellenza sportiva”.
“Vorrei strutturare una società che sia al riparo dagli umori del singolo – aggiunge Serafino Caucci –. È fondamentale, e mi so- no riavvicinato per questo obiettivo. Non voglio che alla Tivoli 1919 accada più quello che è accaduto in questi anni. Se noi leghiamo le società all’interesse di una sola persona, se viene meno quell’interesse viene meno anche l’apporto alla squadra. Oggi la Tivoli 1919 ha cinque persone nel direttivo, se domani saranno in 20 ci sarà ancora più sicurezza per il futuro della società. La 1919 non dovrà più stare nelle mani di una o due persone”.
Nel futuro degli amarantoblu, quindi, ci potrà essere anche spazio per l’azionariato popolare, con una rappresentanza in consiglio direttivo.
“Chiunque vorrà, potrà entrare. Vorremmo ricreare un modello Barcellona, anche con l’azionariato popolare. Sarà importante creare una base sociale larga, così da assicurare la continuità. Il consiglio direttivo, poi, finanzierà la squadra”.
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