Sono passati molti mesi ormai, da quando un grosso masso si è staccato dalla struttura del Ponte San Pietro, uno dei giganti dell’acqua sui quali scorrevano gli acquedotti che anticamente trasportavano l’acqua a Roma. Sono arrivate le scosse di terremoto che qualche crepa hanno accentuato ma nulla si muove, almeno apparentemente. Il possente monumento si trova nel territorio del Comune di San Gregorio da Sassola, su di esso scorreva l’Acqua Marcia (144-130 a.C.) e fu costruito per superare il vallone tufaceo nel quale scorre il fosso di San Vittorino.
Per raggiungerlo occorre oltrepassare l’elegante ponte della Mola e proseguire lungo la strada sterrata per circa cinquecento metri. Il Ponte attualmente è ad unica arcata, larga circa 15 metri probabilmente affiancata, in origine, da altre quattro. Originariamente edificato in pietra calcare fu ricoperto di malta cementizia in occasione di lavori che lo consolidarono probabilmente sotto gli imperi di Adriano e Diocleziano.
Come altri Giganti dell’acqua che, nonostante la loro enorme mole, restano nascosti nell’Agro romano antico, necessita di urgenti lavori di restauro ma gli appelli restano inascoltati dagli enti competenti. Ponte Lupo, Ponte Sant’Antonio, Ponte Pischero, Ponte della Bullica, sono i nomi di alcune di queste spettacolari opere di ingegneria di epoca romana che rischiano di soccombere all’avanzare del tempo e dell’incuria. Continuiamo a scriverne ogni tanto ed a testimoniarne l’avanzare del degrado ma continuiamo a trovare orecchie disattente. Ci auguriamo di non essere testimoni di crolli devastanti che priverebbero il nostro territorio di capolavori unici nel mondo!
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